I Si Tav puntano all’azionariato popolare per mantenere il Salone del libro a Torino?

L’iniziativa è nata da un iscritto alla pagina facebook delle sette donne promotrici di ‘Si Torino va Avanti’ e sta raccogliendo numerose adesioni e commenti positivi.

“La butto lì: dato che l’asta del Salone del Libro è l’ennesimo “no”, rispondiamo con un potente “sì”. La base d’asta è 500mila euro? Noi siamo 44mila? Fa circa 11 euro a testa. Compriamocelo noi. E poi affidiamo a una azienda privata la gestione. Lo dico per ridere, eh. Forse…” – ha scritto un componente del gruppo, Cristiano Fantechi, autore televisivo.
Proprio quel ‘forse’ ha animato una valanga di reazioni e commenti, perché altri iscritti alla pagina facebook non hanno preso la questione semplicemente “sul ridere”. Il marchio del Salone è stato messo all’asta, in programma il 24 dicembre senza una clausola che prescriva che la kermesse rimanga nel capoluogo piemontese.

L’obiettivo della proposta di Fantechi, che ha raccolto il consenso di migliaia di iscritti al gruppo social (e che sarà valutata dalle sette promotrici della manifestazione in piazza Castello) è far si’ che la Fiera rimanga Torino, attraverso l’impegno di raccogliere la quota di 500mila euro tramite ‘crowfunding’. In questo modo lo stesso gruppo potrebbe diventare uno dei partner e sostenitori della Fiera.

Tanto è stato il clamore che ha seguito l’idea di Fantechi, che anche l’assessore regionale alla Cultura Alessandra Parigi ha dato subito un segnale di apertura al gruppo: “Sono disponibile ad un incontro, quando volete”.

E’ questo il primo passo per un’iniziativa nata forse “per ridere” ma che potrebbe portare a risultati decisamente seri e importanti per la città.