Gli ultimi controlli dei carabinieri del Nas di Torino e dell’Asl hanno fatto emergere scenari piuttosto preoccupanti sui prodotti acquistati a Torino e provincia: una macelleria su 4, dei negozi controllati, presentava infatti carne truccata con solfiti e nitriti per apparire più fresca.

Ma le operazioni in città hanno portato alla scoperta di altre truffe alimentari nei negozi: in particolare  sono  numerosi i casi di mozzarella sbiancata con la soda. Oppure di pesce, non proprio freschissimo, truccato e ‘ringiovanito’ col cafados, ossia perossido di idrogeno e cloro, (che comunque non ha nessuna conseguenza per la salute delle persone).
Nei negozi di prodotti low cost, si trova anche olio extravergine tarocco: si tratta infatti di semplice olio di semi, colorato alla clorofilla.
E che dire di quei casi on cui Parmigiano Reggiano o Grana Padano dop sono sostituiti da imitazioni di pessima qualità?

Si intensificano così i controlli del Nas di Torino all’interno di negozi, ristoranti, imprese alimentari, ma anche in aziende che esportano in tutto il mondo.

Dopo le ultime operazioni, queste sono le dichiarazioni del comandante dei Nas di Torino Antonello Formichella, riprese dal quotidiano Repubblica:
” Oltre alle carni trattate con solfiti nel nostro lavoro ci siamo imbattuti nelle più disparate frodi alimentari. Negli ultimi due anni abbiamo riscontrato episodi di contraffazione su prodotti come il miele (che ha visto un’ulteriore aggiunta di zuccheri, ndr) e olio”.

A Torino vigilia sulla sicurezza alimentare un pool di magistrati: “Questo ci permette di svolgere meglio il nostro lavoro. Le norme a cui facciamo riferimento sono oltre 38mila: si tratta di una materia in continuo aggiornamento e su cui ha competenza l’Unione Europea ” , aggiunge il direttore della della Veterinaria B dell’Asl di Torino Claudio Biglia.

700 i controlli compiuti annualmente in città dalla divisione di Veterinaria dell’Asl. Altri mille sono invece gestito dal Sian, il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione.
Controlli importanti dal momento che, quasi sempre, il cliente non riesce a rendersi conto visivamente della differenza dei prodotti.

L’attenzione per non incappare in una vera e propria truffa alimentare, dunque, deve essere costante.