Vivere a San Salvario ha ancora il suo fascino per il carattere multietnico del quartiere, la vitalità e i colori, delle strade, la bellezza dell’architettura e i piccoli negozi che non si trovano in altre parti della città, circondati da ben più artefatti centri commerciali.
San Salvario è musica e rumore, uno fra i centri più importanti della movida, che a volte fa allegria, altre volte è ‘fracassona’, come ben sanno i residenti del quartiere che hanno appeso per anni striscioni alle finestre in cui invitavano chi gridasse sotto casa loro a darsi fuoco (o qualcosa di simile).

Ma abitare a San Salvario può anche essere pesante e poco tranquillizzante, soprattutto a ridosso di quegli angoli di strada che sono il regno dello spaccio a cielo aperto, con tanto di  vedette agli incroci e fuggi-fuggi generale quando arrivano le pattuglie di polizia e carabinieri.
Le pattuglie,a proposito. Troppo poche dicono alcuni residenti.

I controlli? Dovrebbero decuplicare a San Salvario, aggiungono i cittadini più allarmati.

Se lo spaccio, per quanto attività illecita, è un fastidio soprattutto visivo, le cose cambiano quando i personaggi che si incrociano per le strade ti assaltano per rubare o cercare di rubarti portafoglio o cellulare, una pratica diffusa nel quartiere, specie dopo una certa ora del giorno e che chi scrive ha vissuto in prima persona.
Specialisti del furto, i ladri dalla mano veloce bloccano i passanti  e a colpo sicuro alleggeriscono la vittima di turno di telefono o portafoglio.
Nel quadrilatero compreso fra via Berthollet – via Baretti ad esempio, le follie sono all’ordine del giorno.

Solo in queste ultime ore, dicono le cronache della questura, un pusher ha tentato di fuggire ai controlli e ha prima morsicato la mano del poliziotto che lo inseguiva. Poi qualcosa dev’essere andato di traverso allo spacciatore che ha iniziato a sputare ovuli di droga. Ovuli di eroina e cocaina, che sono anche le sostanze stupefacenti più vendute durante le ore del giorno. E’ inoltre piuttosto triste notare, in alcuni fra gli spazi più nascosti del quartiere, alcuni giovanissimi bucarsi, siringa alla mano, come in una triste riedizione degli anni ’70, quando l’eroina spopolava (nel senso che uccideva la popolazione)
L’altra sera un giovane tunisino, visibilmente alticcio, è sceso trionfalmente per via Baretti brandendo una bottiglia come un’arma impropria, urlando e inquietando i presenti. Un passante ha provato a ricondurlo alla ragione e per tutta risposta è stato morsicato anche lui alla mano (dev’essere un vizio). Il giovane tunisino è stato fermato e arrestato.
Ma per chi delinque gli arresti sono quasi sempre di breve durata. I delinquenti vanno in carcere, quando ci vanno, per poi uscire nello spazio di un battito di ciglia e tornare in strada, magari sulla stessa strada dove sono stati arrestati. D’altronde perché complicarsi la vita spostandosi?
Il questore di Torino Francesco Messina, in carica da gennaio, sta impegnando le Forze dell’Ordine sul territorio con controlli e retate diffuse, specie nei quartieri più a rischio. I Vigilantes della movida cercano di limitare i danni. Ma la situazione è ancora preoccupante e forse un passaggio più numeroso di uomini in divisa, magari a piedi e non su una volante, nelle vie più calde del quartiere, potrebbe essere un deterrente e bloccare maggiormente i personaggi che fanno della delinquenza la propria professione.

E non sono pochi per le strade di San Salvario, dove vivere è anche problematico, non solo di moda.