Fumata bianca dopo l’arrivo a Torino del vicepremier Di Maio e l’incontro con i consiglieri grillini dissidenti sulla candidatura della città alle Olimpiadi invernali del 2026.
La mediazione di Luigi Di Maio ha portato ad un’iniziale approvazione di un controdossier presentato dai 23 esponenti 5 Stelle di Torino che mettono in discussione la strategia iniziale di Appendino e il primo dossier presentato dalla sindaca al Coni.

Il governo, ha assicurato Di Maio, vigilerà sul fatto che i principi delle potenziali Olimpiadi torinesi siano di basso impatto economico e ambientale e tutto funzioni per il meglio.
Il contro documento dei ‘dissidenti’ di cui si è discusso ieri insiste inoltre su alcuni punti essenziali come: il recupero degli edifici, zero consumo di suolo, tetto massimo di spesa pubblica, coperture da sforamenti, nessun debito per gli enti locali, vigilanza dell’Anac. Un’attenzione particolare è anche rivolta agli sviluppi che riguarderanno nuove occupazioni e gestione dei trasporti.

Il successo politico dell’incontro di ieri è per i 23 consiglieri dissidenti, la ‘fronda grillina’, che ha portato a casa il consenso di Di Maio e del governo sul proprio progetto.
La candidatura di Torino per le Olimpiadi di Torino 2026 sarà presentata, come aveva annunciato da tempo la sindaca, intenzionata persino a dimettersi in caso di mancata candidatura.
Allarme rientrato, dunque, in casa pentastellata: il confronto fra sindaca e i 23 consiglieri è stato duro, ma la mediazione è riuscita:  Torino si candiderà per i Giochi 2026 , come voleva la sindaca. E i punti ritenuti essenziali dai 23 consiglieri per l’organizzazione del macro-evento sono stati infine accettati.