02/07/2018

Cronaca

Torino – Aggressione razzista davanti alla Parrocchia: “Cosa ci fai in Italia, negro di m…?”

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Un brutale pestaggio è avvenuto due sere fa a Torino ai danni di un ragazzo di colore, un rifugiato del Darfur di 31 anni, studente universitario in Italia.
Lo studente si trovava davanti alla chiesa Ascensione di via Bonfante, parrocchia che il 31enne definisce “la sua casa”. Era in attesa di un’amica, quando un passante sconosciuto prima lo ha provocato con alcune domande poi gli ha chiesto “Cosa ci fai in Italia, negro di m…” , quindi ha iniziato a colpirlo con pugni e calci, aiutato da un amico che è intervenuto poco dopo.

La storia è stata raccontata dall’ex assessora all’Integrazione del Comune Ilda Curti, che sulla sua pagina facebook ha parlato dell’aggressione al ragazzo, con cui collabora per un progetto europeo.

Curti non ha voluto voler fare il nome della vittima, ma ha evidenziato la gravità del gesto gratuito e razzista.
Il pestaggio è iniziato con uno schiaffo, poi rapidamente si è passati a calci e pugni. Viene estratto dai due uomini anche un coltello che fortunatamente non sarà utilizzato nell’aggressione.
I due impediscono al 31enne del Sudan di rientrare in parrocchia: la vittima a quel punto ha chiamato i Carabinieri che arrivati sul posto sono riusciti ad arrestare un aggressore, probabilmente alticcio. Il ragazzo del Darfur, che ha sporto denuncia, si è recato infine al Pronto Soccorso. “Ho sentito dolore, ma non ho avuto danni” .

“Ieri sera un mio amico stato aggredito da due italiani che gli hanno urlato “negro di merda” e gli hanno fatto del male – scrive Ilda Curti sulla sua pagina facebook – “Per fortuna è arrivata la polizia che è riuscita ad arrestarne uno.
Questo è successo di sera, davanti ad una parrocchia frequentata dal ragazzo in un quartiere benestante di Torino. Questo è quello che sta succedendo, tutti i giorni, nelle nostre città. Questo, non altro: violenza e razzismo. Dico solo che qualche mese fa mi ha detto che finalmente, in Italia, si è sentito al sicuro. Ed oggi mi ha detto che ha ricominciato ad avere paura.
Ed io vorrei strapparmi la pelle dal dolore, vorrei chiedergli scusa a nome di tutti noi.
Io stasera odio chi gli ha fatto del male. Odio chi tocca un mio amico. Odio chi giustifica. Odio chi tace”.

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