09/10/2018

Cronaca

“Raccolta differenziata a Torino? Se hai un cortile ti costa di più”

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“Questa frase non vuole essere un titolo ad effetto, ma sintetizza quella che è, purtroppo, una realtà dei fatti” – così Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in Consiglio comunale ha spiegato la sua decisione di presentare un’interpellanza e scongiurare quella che si profila come una situazione iniqua, che va a dividere i cittadini in due categorie: “torinesi di serie A e torinesi di serie B”.
Spiega Magliano:

“Ai torinesi che abitano in stabili con spazi interni adeguati alla collocazione dei cassonetti non è consentito di posizionarli in strada. Così pagare qualcuno che si occupi di spostarli in concomitanza con i passaggi di Amiat diventa, nella maggior parte dei casi, una necessità. Mi chiedo allora: la Città di Torino intende porre rimedio a questa situazione?”

Una questione “semplice”, così riassunta dal capogruppo dei Moderati:

“I torinesi che hanno a disposizione un cortile sufficientemente ampio pagano un prezzo totale maggiore, per la raccolta differenziata, rispetto a tutti gli altri. A questi stabili, infatti, non è consentito collocare a bordo strada i cassonetti per la raccolta differenziata; per chi vi abita diventa una necessità quasi automatica pagare un operatore (tipicamente una cooperativa) che si occupi di spostare i cassonetti in strada in concomitanza con le fasce orarie – brevi e tassative – dei passaggi di Amiat e di eseguire l’operazione inversa dopo il passaggio stesso”.

Quindi, le conseguenze di tale situazione.

“Si configura di fatto una situazione iniqua – aggiunge il consigliere – “in cui abbiamo torinesi “di serie A” (quelli, cioè, che abitano in stabili senza spazi interni adeguati alla collocazione dei cassonetti) hanno i cassonetti in strada e pagano la semplice tariffa TARI; e torinesi “di serie B” (tutti gli altri) sono costretti a pagare un obolo in più oltre alla tariffa. Io – conclude Magliano – “ho invitato la Giunta, con un’interpellanza discussa in Sala Rossa, a studiare misure per ripianare quella che è a tutti gli effetti una disparità di trattamento”.

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