13/11/2018

Cronaca

“Torino area di crisi industriale” – Le richieste al governo della Città

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Chiara Appendino proverà a giocare alcune carte a sua disposizione per rilanciare la città e rispondere alla contestazione “gentile” di coloro che hanno manifestato in massa sabato scorso, in piazza Castello.

La sindaca sembra intenzionata a smorzare i toni sulla questione Tav, cedendo la metaforica palla al governo e ribadendo che la decisione finale sulla realizzazione del progetto non dipenderà da lei. Ma sul futuro di Torino Appendino appare intenzionata a dare battaglia.

Ieri l’incontro a Roma con il Ministro dello Sviluppo Economico Di Maio: un fitto colloquio in cui si è parlato rapidamente del progetto Alta Velocità (e a questo proposito Di Maio ha comunicato la volontà di incontrare le organizzatrici della manifestazione). Poi la sindaca ha consegnato la lettera portata al Prefetto dalle associazioni di categoria, al termine della manifestazione di piazza Castello, e ha chiesto un sostegno concreto da parte del governo.

L’obiettivo è far accedere Torino al piano straordinario progettato dal governo e destinato alle aree di crisi industriale complessa.

Si tratta, nello specifico, di oltre venti aree di rilevanza nazionale che hanno subito negli ultimi anni recessione economica e perdita occupazionale, territori colpiti in particolare dalla crisi dell’industria pesante

Quale strada intraprenderà il governo?

Per un sostegno alle città colpite da crisi industriale complessa (fra cui anche Livorno, Savona, Termini Imerese, Taranto e molte altre) il governo gialloverde è intenzionato a offrire risorse e agevolazioni fiscali per le imprese innovative.

Per quanto riguarda la città di Torino si punterà in particolare su tre settori: manifattura, automotive e aerospazio.
Il mondo produttivo cittadino sembra aver accolto positivamente questa prima mossa della sindaca, da cui però attende risultati concreti per la città nell’immediato futuro.

La sindaca, dal canto, suo, può contare sull’appoggio di un governo amico.  Ora il mondo produttivo attende segnali dalla Città per una ripartenza di Torino.

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