04/02/2019

Cronaca

Tav – Toninelli “A Torino serve la Metro 2 non un buco inutile. Chissenefrega di andare a Lione”

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Lunga intervista al Minsitro delle Infrastrutture Danilo Toninelli nel corso del programma in onda su La 7 Coffee Break.

Nella giornata in cui è stata diffusa la notizia delle parole della Commissione Ue che in caso di ritardi nei lavori non esclude l’ipotesi di restituzione dei fondi, il ministro Toninelli è intervenuto sul tema Tav, ribadendo la posizione del movimento 5 Stelle:

” A Torino serve di più una Metro 2 che fare un buco inutile nella montagna. Bisogna ragionare sulle grandi opere necessarie – ha detto il ministro Toninelli, aggiungendo:

“Io il Piemonte lo conosco bene. A Torino ho lavorato e so che lì c’è bisogno di una Metro 2. Sono convinto che gli imprenditori torinesi, piemontesi, quella la vedono come una super Tav, non un buco nella montagna che nasce per trasportare persone e diventa trasporto merci, perché hanno visto che né le persone, né le merci passeranno mai di lì. Chissenefrega di andare a Lione, lasciatemelo dire. E infatti l’unica analisi costi-benefici è stata fatta nel 2011 ed è stata clamorosamente smentita come previsione di traffico”.

Poi commenta duramente gli articoli di alcuni giornali che hanno parlato di gaffe del ministro riguardo alle sue ultime dichiarazioni sull A22 del Brennero, ossia “Si tornerà a una gestione totalmente pubblica e più conveniente”.
“Ma quale gaffe?” risponde Toninelli
“Un giornale che dice al sottoscritto che ha commesso una gaffe quando ha dichiarato, con un grande lavoro che sta facendo con il mio staff, che farò diventare totalmente pubblica la A22, dovrebbe chiudere i battenti e ovviamente chiedere scusa. E’ vero che la partecipazione principale della concessionaria è pubblica – ha aggiunto l’esponente pentastellato – “ma è una società di diritto privato che ha uno scopo chiarissimo: fare utili e staccare dividendi, non certo l’interesse pubblico, che avrebbe e che avrà la mia nuova concessione. Quindi l’obiettivo non sarà più l’interesse privato come adesso, ma quello pubblico che significa pedaggi meno cari e utili molto più bassi reinvestiti sul territorio”.
Quindi conclude:
“Chi dice che la mia è stata una gaffe si deve vergognare, ma sono felice perché e’ l’ennesima conferma che sto rimettendo a posto le cose in un sistema che è equiparabile a un grande comitato d’affari, in cui per decenni sono piovuti miliardi e miliardi di euro nelle tasche di alcuni concessionari, che si sono comprati politica e una parte del giornalismo”.

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