02/05/2019
Cronaca
“Vedere vicepresidente 5Stelle fra i No Tav fa venire voltastomaco”- Non solo la frase sui manganelli infiamma il web
Una giornata di scontro accesissimo fra il Pd e il Movimento 5 Stelle dopo i fatti del corteo del 1 maggio.
“Finalmente la “polizia ha fatto assaggiare i manganelli” agli attivisti No Tav. È la frase di Joseph Gianferrini, tra i membri dell’Ufficio di presidenza del Pd, sul suo profilo definito “vice-Presidente Pd Torino Urbanistica, Infrastrutture, Trasporti”, che in qualche modo si è felicitato per l’esito della manifestazione di ieri.
Dopo i numerosi commenti non positivi a questa uscita, che inneggia l’suo del manganello, anche il Pd ha aggiunto unaa nota, firmata dei segretari democratici di Piemonte e Torino, Paolo Furia e Mimmo Carretta, che precisano:
“Il Pd non gioisce per manganellate, repressioni o altre forme di violenza“. Lo stesso Gianferrini si è scusato ai microfoni dell’Ansa: “Vorrei chiarire che sono una persona contraria a ogni tipo di violenza e antifascista convinto. Ciò che ho scritto era solo legato all’emotività e alla tensione accumulata dopo avere trascorso tre ore fra insulti, sputi e spintoni, in certi momenti sentendoci accerchiati e quasi in balia degli antagonisti. Noi eravamo pochi e loro tanti, c’era da avere paura. I No Tav ci hanno spintonati chiamandoci mafiosi e corrotti: non è giusto aggredire e non è giusto scambiare il Primo maggio per manifestazione pro o contro l’alta velocità”.
Ma in difesa dei No Tav arriva il senatore di LeU Francesco Laforgia: “Questo signore andrebbe allontanato dalle Istituzioni. E mi aspetto che il suo partito lo faccia velocemente. Combattere i fascisti con i fascismi è molto complicato. Anzi, impossibile”, ha scritto su Facebook.
Già il Tweet di Gianferrini aveva incendiato il web:
“I soliti teppisti Notav con Askatasuna accompagnati da una nutrita flotta di consiglieri 5 stelle hanno partecipato al corteo del Primo Maggio con un unico scopo: far abbandonare il corteo al Pd Piemonte. Poi la polizia gli ha fatto assaggiare i manganelli…finalmente!“.
Per tutta risposta I No Tav mercoledì hanno dichiarato di essere stati feriti a cinghiate dal servizio d’ordine del Pd: “Ci hanno preso a cinghiate, pugni e bastonate. Il Pd ha assoldato i picchiatori“. Insomma il caos. Ma sono dure anche le parole Mimmo Carretta, che ha chiesto le dimissioni della vicepresidente del Consiglio comunale Viviana Ferrero, del M5s. “Ok abbiamo la scorza dura”, ha scritto Carretta su Facebook, “ma una cosa, tra le tante, non riesco a mandare giù: vedere consiglieri pentastellati spalleggiare questi delinquenti è davvero troppo. Ma soprattutto vedere la vice presidente del consiglio comunale Ferrero in mezzo a questi esaltati fa venire il voltastomaco. Si dimetta e vada a casa e continui da lì la sua becera rivoluzione”.
La replica di Ferrero non è tardata ad arrivare: “Chi manifesta ha il diritto di farlo, anche il Pd. Il pugno me lo son preso, nel dirimere con i consiglieri comunali Lavolta e Lo Russo un tafferuglio. La rivoluzione la fai nelle piccole cose come i comportamenti e nel cambiare il modello intaccando un sistema ingiusto che apre sempre di più la forbice sociale. In piazza ci sarò sempre per salvaguardare i diritti affinché nessun cittadino debba mai più essere picchiato alle manifestazioni“.
Ancora il consigliere M5S Damiano Carretto dà la sua visione dei fatti su facebook: “In diversi momenti io e altri colleghi consiglieri (M5S e Pd) ci siamo trovati a frapporci tra i manifestanti No Tav e militanti e servizio d’ordine Pd per cercare di calmare gli animi. E posso affermare che nessun esponente o militante 5 Stelle ha aggredito, né verbalmente men che meno fisicamente, esponenti o militanti del Pd. Chiunque affermi il contrario mente spudoratamente“.
Mentre deputati del Pd hanno chiesto al vicepremier Matteo Salvini di riferire in Parlamento sugli scontri, in una nota: “tra i rappresentanti dei No Tav erano presenti numerosi consiglieri comunali del M5S. E’opportuno che il ministro appuri le responsabilità dirette negli scontri da parte di eletti nelle amministrazioni pubbliche ed assuma iniziative, per quanto di sua competenza per censurare, stigmatizzare e punire tali comportamenti”
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