
Salone del Libro, Casa Pound è fuori – La replica “Faremo causa e la vinceremo”

Il finale della storia era in qualche modo già scritto: dopo l’alta tensione e il clima che si è acceso per la presenza dell’ editrice AltaForte, vicina a Casa Pound, al Salone del Libro, amplificato inoltre dalle dichiarazioni dell’editore (“Sono fascista, il pericolo in Italia è l’antifascismo”) era ormai nell’aria l’esclusione dalla casa editrice manifestazione.
Ieri il Comune di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno ufficialmente chiesto agli organizzatori di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte.
“E’ necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone” è quanto spiegato in una nota congiunta da Città e Regione.Una richiesta che porterà all’esclusione della casa editrice, che al Salone del Libro avrebbe presentato il libro-intervista a Matteo Salvini.
L’assessore alla cultura Bonisoli, oggi a Torino per la giornata di apertura della manifestazione, ha dichiarato sulla vicenda “Mi fido del Comune di Torino. Se ha preso questa decisione vuol dire che è la migliore”.
Sul piede di guerra invece l’editore Francesco Polacchi di AltaForte, che ora minaccia battaglia.
“E’ una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro. Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo – dichiara – “Non so perché è stata fatta questa richiesta – ha concluso – “Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri”.