
Chiesa Valdese di Torino scrive a Salvini: “Accogliamo noi i migranti di Open Arms”
Il pastore Luca Maria Negro ha scritto una lettera al ministro Salvini e al premier Giuseppe Conte, dicendosi disponibile ad accogliere i migranti a bordo della Open Arms.
Nelle ultime ore, nelle quali cui non si sono risparmiate polemiche dopo il botta e risposta fra Salvini e il premier Conte sulla questione Open Arms, è intervenuta sul caso la Chiesa Valdese di Torino, che già all’inizio dell’anno si era fatta carico dell’accoglienza di alcuni migranti della Sea Watch.
“Noi siamo disponibili – ha dichiarato al quotidiano Repubblica Paolo Naso, coordinatore del programma rifugiati e migranti della Federazione – “I nostri operatori sono a Lampedusa. Hanno partecipato a interventi di sostegno sulla Open Arms organizzati nelle ultime ore, portando medicinali e viveri sull’imbarcazione”.
Intanto il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), e il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, hanno ribadito ancora una volta la disponibilità delle loro organizzazioni:
“La lettera è stata mandata per conoscenza anche a Salvini, ma non abbiamo avuto un riscontro. Per questo ci siamo rivolti anche all’Europa – ha aggiunto Naso – La nostra disponibilità è legata alla necessità di arrivare a una soluzione e un accordo europeo. A noi risultava che una soluzione tra i Paesi fosse stata trovata, ma il ministro dell’Interno nega sia così e non possiamo che fidarci”.
Negro e Bernardini si sono rivolti, sempre con una lettera, anche al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli:
“Vogliamo ribadire la disponibilità delle strutture della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Tavola valdese a farsi carico dell’accoglienza di queste persone. Tutto questo in attesa che, doverosamente, si definisca quell’accordo europeo che lei stesso ha opportunamente auspicato – così si legge nella lettera – “Il nostro invito è quello di mettere al primo posto la salute e il destino di persone che hanno già subito gravi traumi”.