
Coronavirus – A Torino una marea di domande per i buoni spesa. E il Pd attacca “Servizio a pagamento”
A Torino è boom di domande per i buoni spesa, destinati a coloro che si trovano senza risorse a causa dell’emergenza coronavirus.
Solo nel primo giorno sono arrivate al Comune 9 mila domande. Per la consegna dei voucher bisognerà attendere lunedì 6 Aprile: arriveranno via mail o tramite sms, inviati dalla società Up Day.
Il problema che si apre riguarda il fatto che i 3,6 milioni di euro destinati ai buoni spesa per la città di Torino potrebbero finire in fretta.
“Ora bisognerà vedere quante richieste supereranno la prima scrematura – ha dichiarato, ripreso da Repubblica, l’assessore all’Innovazione Marco Pironti, che ha aggiunto – “Si tratta infatti di un campione che non conosciamo.
Intanto il Pd si è dichiarato contrario alla scelta del Comune di appoggiarsi ad Up Day, un gruppo privato che prende il 5 per cento di provvigione sui 40mila buoni forniti (ossia una cifra che si aggira intorno ai 180 mila euro).
“E’ una scelta inopportuna e opinabile. Il Comune doveva gestire in autonomia e direttamente queste risorse” – ha commentato il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo.
Chiara Appendino, dal canto suo, ha difeso la strategia del Comune. “Questa era la soluzione più immediata ed efficace per una città delle dimensioni di Torino – ha spiegato la sindaca – “Il buono cartaceo avrebbe avuto altri costi e, fra le altre cose, poteva prestarsi a falsificazioni. Up Day una società già fornitrice del Comune per i buoni pasto sulla base di una gara vinta con Consip”.