I dati emergono dal registro imprese delle Camere di commercio e si riferiscono ai primi tre mesi del 2020. Dati allarmanti, spiegabili come diretta conseguenza dell’emergeza Covid-19.

Lo scenario, tuttavia, non è del tutto disastroso, alcune aziende sono nate anche nella prima fase dell’anno. Ma il saldo è decisamente negativo in un confronto con le aziende  che hanno cessato l’attività.

In particolare, in regione Piemonte nei primi 3 mesi del 2020 sono nate 7.181 aziende conto 10.712 cessazioni. Un saldo negativo di 3.531 unità.

Inoltre, spiega il quotidiano Repubblica, “il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del meno 0,82%, peggiore rispetto a quanto registrato un anno fa (meno 0,71%). Il calo inoltre è risultato superiore rispetto a quello evidenziato a livello nazionale (meno 0,50%)”.

Una situazione di estrema difficoltà, che rischia di diventare drammatica, sottolineata dal vicepresidente vicario di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello,

“Abbiamo una grande responsabilità verso le aziende del nostro territorio. – dichiara Dardanello a Repubblica – “Il Piemonte, già in questo primo trimestre dell’anno, non è performante e registra un trend peggiore rispetto a quello italiano: i primi segni dell’emergenza da Covid-19 si fanno già vedere. Il tasso di natimortalità delle imprese piemontesi è negativo per tutti i settori, anche per il turismo e per altri servizi’ che hanno sempre registrato andamenti migliori.

Un tasso negativo che non risparmia nessuna fra le province della regione.

“E’ fondamentale – conclude Dardanello – “evitare che cresca la disoccupazione. Dobbiamo aiutare le imprese a traghettare questa pandemia e dobbiamo farlo nel minor tempo possibile”.