
“Fateci ripartire o chiuderemo”, la protesta di migliaia di commercianti piemontesi. Nel mirino anche Cirio “No al divieto per il take away”
E’s tata altissima l’adesione alla protesta di ieri sera, a Torino e nel resto del Piemonte: il flash mob è stato lanciato a livello nazionale da Horeca, e ha visto in tutto il Piemonte un’alta partecipazione di commercianti.
Per una manciata di minuti Torino (ma anche il centro di Alessandria, Cuneo, Biella e Verbania) si è presentata come non accadeva ormai da due mesi, con luci accese, serrande alzate, porte dei locali spalancate.
Nel capoluogo piemontese la protesta, partita in piazza Vittorio, si è in breve estesa in altri quartieri, specialmente quelli della movida, come il Quadrilatrero, Vanchiglia e San Salvario.
“Chiediamo indicazioni certe – ha spiegato all’Ansa Francesco Marrali, della Caffetteria Antonelli di Torino – su come evolverà la situazione, perché al momento non ce ne sono. Ma chiediamo anche un aiuto per fronteggiare i gravi problemi che dovremo affrontare con la riapertura. Lo Stato, per esempio, potrebbe congelare una parte della tassazione”.
Ristoratori e negozianti dopo aver riaperto simbolicamente i locali per pochi minuti, hanno chiesto ancora una volta la fine del lockdown.
La protesta era rivolta anche contro il presidente della Regione Cirio per la sua volontà di mantenere il divieto al take away da lunedì 4 Maggio. Il servizio da asporto sarà invece consentito nelle altre regioni.
Ascom e Confesercenti hanno diffuso già da tempo dati preoccupanti: sono 25mila le persone coinvolte dalla cassa integrazione nel settore commercio e pesa il rischio fallimento su moltissimi esercenti.
“Senza misure di sostegno queste scelte ci porteranno alla chiusura – ha dichiarato al quotidiano Repubblica Fulvio Griffa, membro del coordinamento delle associazioni di via del centro di Torino – “E questo non potrà che pesare sul sistema economico anche perché porterà alla disoccupazione migliaia di persone nella sola Torino. Non possiamo ripartire subito? Allora servono provvedimenti rapidi da parte del governo per non far morire le nostre realtà”.