RipartiPiemonte – Dai 45 milioni di euro per le famiglie ai 180 milioni per le imprese – Ecco tutte le misure anticrisi

05/05/2020

Gli oltre 800 milioni di RipartiPiemonte sono così suddivisi: 437 milioni sono fondi propri della Regione, di cui circa 171 totalmente nuovi, che saranno utilizzati senza indebitare l’ente e senza mettere nuove imposte; 354 derivano dalla rimodulazione dei fondi europei; 18 milioni sono la quota statale del fondo sanitario. “Abbiamo agito – ha spiegato il presidente della Regione Cirio – su alcuni elementi resi possibili dalla nuova normativa, per esempio rinegoziando qualche mutuo, e soprattutto usando i 100 milioni messi da parte per riacquistare dei derivati a tassi più agevolati. Oltre a questo abbiamo recuperato circa 50 milioni che erano da parte per i cofinanziamenti dei fondi europei. Il resto sono fondi che già presenti in bilancio. Le risorse dell’Europa sono state rimodulate spostando alcune poste o modificando i bandi in modo da adeguarli alle esigenze della ripartenza”.

Il testo prevede: 45 milioni per le famiglie e i giovani, 180,7 milioni per le imprese e i lavoratori autonomi, 78,7 milioni per il commercio, 62,6 per l’artigianato, 68 per l’edilizia, 55 per la sanità, 40,2 per l’agricoltura, 11 per la Cultura, 34,1 per il turismo, 7,5 per lo sport, 8,7 per la montagna, 23,6 per la cooperazione, 2 per i disabili. E ancora 30,3 milioni andranno a ricerca e innovazione, 3,2 alla digitalizzazione, 101,6 alla formazione, mentre 10 finanzieranno le riduzioni fiscali già approvate, per esempio sul bollo auto e l’Irap e 55 consentiranno l’integrazione salariale di 1000 euro per gli operatori sanitari, Ci sarà anche una seconda puntata del BonusPiemonte, riservato ai settori esclusi dalla prima parte.

 

La semplificazione
Il presidente Cirio ha voluto mettere in evidenza che “oltre alle coperture finanziarie c’è tutta una parte che riguarda la semplificazione normativa. Se affrontiamo la guerra con le regole del periodo di pace ci troviamo in difficoltà, per questo dovremo cambiarne alcune. A partire dal campo dell’edilizia, senza la quale non riparte niente, ma sempre stando attenti a non abbassare la guardia sul fronte dell’antimafia, per scongiurare ogni possibile infiltrazione della criminalità organizzata”.

A mettere l’accento su questa parte del disegno di legge l’assessore alla Semplificazione. Maurizio Marrone: “In questi tempi di difficoltà finanziaria per tutti gli enti pubblici, la sburocratizzazione può essere la giusta leva per la ripartenza, perché il mondo produttivo chiede libertà per rialzarsi. Cominceremo a liberare i comparti dell’edilizia, del commercio e della ristorazione da cavilli e zavorre e prevediamo la moratoria alle aperture di nuovi centri commerciali, vittoria storica per gli ambulanti e per i piccoli negozi danneggiati dal blocco che ha lasciato strada alla grande distribuzione. Lo stop ai Durc consentirà di lavorare e ricevere pagamenti a tante imprese a rischio liquidità”.

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