In quattro minuti, quelli dal suo ingresso in campo al gol del raddoppio sul Napoli, Dybala non ha di certo ribaltato e cancellato dieci mesi di un percorso ad ostacoli che l’hanno tenuto in tribuna fuori dal campo e dietro la porta dell’ufficio di presidenza dove da troppo tempo si aspetta la conclusione delle telenovelas del rinnovo del contratto.
4 minuti…
Quattro minuti che sono bastati, però, a capire quanto la Joja sia mancato alla Juventus e quanta gioia manchi alla squadra bianconera, sempre più uguale al suo allenatore: sabaudo (d’adozione) e low profile (per stile).
Non esiste la controprova, perché non si può riavvolgere il nastro del tempo e cambiare gli eventi, ma con l’argentino a disposizione più degli 850 minuti giocati prima del recupero con la squadra di Gattuso, probabilmente il tecnico bianconero non si ritroverebbe a 12 punti di distacco dal suo predecessore che sta riportando l’Inter, dopo 11 anni, sul tetto d’Italia dopo il dominio da 9 stagioni a questa parte della Juventus. E’ un dato di fatto però, che alla Pinetina, Lukuku e Lautaro hanno avuto la possibilità di allenarsi e diventare uno complementare all’altro e a segnare 36 reti complessive (21 + 15) e Cristiano Ronaldo attualmente capocannoniere delle Serie A con 25 centri ha il supporto di Alvaro Morata che dopo un inizio di stagione straordinario ha perso la sua vena realizzativa fermandosi, ad oggi, a 7 gol. Ed è qui che entra in gioco , o sarebbe dovuto rientrare, Dybala (al netto delle esternazioni della fidanzata su una Torino troppo noiosa) con le marcature che in sei anni in bianconero ha sempre fatto. Partendo dall’esordio nel 2016 con 23 gol, pera arrivare al record delle 26 esultanze nel 2018, prima dell’arrivo di Ronaldo, fino al misero bottino di 4 reti messo insieme fino ad oggi in 12 presenze e, ovviamente, non tutte da titolare.
Il più amato
Giocatore, però, nonostante la piazza (oggi quella virtuale con gli stadi chiusi) lo ami, è fortemente in discussione. Il vice presidente Pavel Nedeved, forse per stuzzicarlo a rendere di più, non gliele ha mai mandate a dire. Dal rimprovero ad essere campione anche fuori dal campo di un paio di anni fa, all’ultima reprimenda, dalle frequenze digitali di Dazn, dove ha blindato Pirlo, Cr7 e non l’asso argentino. Nei suoi confronti è stato ancora più categorico il presidente Andea Agnelli quando lo scorso inverno (20209 disse: “O ascoltato con piacere le parole sul suo amore per la Juventus, nella nostra testa è il prossimo capitano anche se ha già indossato diverse volte la fascia.A me risulta che abbia ricevuto un’offerta che lo renderebbe uno dei venti giocatori più retribuiti in Europa: è una base di partenza ottima, un segno di riconoscenza”. E ancora. “Stiamo aspettando in maniera molto serena. Questo fa capire che l’amore per lui è ricambiato. La migliore risposta, però, deve sempre darla sul campo: vogliamo che diventi uno dei cinque migliori giocatori d’Europa. Ora non lo è, e lui lo sa”.
Un’estate all in
Muro contro muro. Un braccio di ferro che difficile capire dove porterà ma che ha comunque una data di scadenza: il mercato estivo. Dybala ha il contratto in scadenza nel 2022 e i dirigenti-mercato della Continassa non possono concedersi il lusso di iniziare la prossima stagione senza aver risolto la questione (in entrata o in uscita) perché è troppo grosso il rischio che si svincoli a parametro zero con una perdita di plus valenza enorme. Come dire: gli uomini che hanno fatto la fortuna del club con gli affari a cartellino azzerato (Pogba su tutti…) rischiano ora un clamoroso autogol, proprio sul campo laddove sono tra i più esperti a manovrare di rimessa e portare a casa il risultato.
Moneta di scambio
Ma non si arriverà a quel punto. Perché se la frattura è davvero così insanabile e se la distanza è realmente così incolmabile (offerta da 10 milioni contro il rilancio dell’entourage argentino che non dato a sapersi) in estate Dybala sarà accompagnato alla porta, anche se trovare un acquirente con quella capacità di spesa, in periodo di Covid, diventa difficle da trovare. Probabilmente rientrerà in qualche operazione di mercato con moneta di scambio, magari sempre con il Manchester, non per Lukaku per la Joia di Conte, magari per il clamoroso ritorno del francese a centrocampo.
9 + 1 … 10
Ma prima del The End di un amore lungo sei anni, ci sono ancora 9 partite di Serie A e una finale di Coppa Italia cove cercare di riavvolgere il nastro e cercare, a suon di gol e magie, di ribaltare il presente. Nove partite che sono qualcosa di più di quei 4 minuti in cui contro il Napoli Dybala ha fatto sapere di essere tornato.
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