
Torino – Omicidio Murazzi, confermati 30 anni di carcere per il killer di Stefano. La madre “Lo speravamo”
Un omicidio incomprensibile che sconvolse Torino nel febbraio di due anni fa. Stefano Leo, giovane commesso originario di Biella, 33 anni, stava camminando come ogni mattina per andare al lavoro in un negozio del centro città.
La sua passeggiata è stata interrotta dall’arrivo di Said Mechaquat, assassino senza motivo, che lo accoltellò alla gola.
Un gesto estremo commesso per vendicare la sua condizione infelice o forse, come aveva evidenziato il sostituto procuratore generale Avenati Bassi, per commettere stalking estremo nei confronti della sua ex compagna, che abitava vicino al luogo del delitto, nei pressi dei Murazzi. “Said ha agito come un terrorista privato-ha in seguito spiegato il pg, come spiega Repubblica- “per terrorizzare l’ex fidanzata e incuterle ancora più paura. Il suo consegnarsi alla polizia e confessare non è stato un pentimento: è stato solo una rivendicazione di quel gesto, per farle capire di che cosa era capace di fare”.
In queste ore si è chiuso così il processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello. Said Mechaquat è stato condannato ancora una volta a 30 anni di carcere, in abbreviato per omicidio volontario premeditato aggravato dai futili motivi.
“La nostra richiesta di giustizia è stata accolta. Era ciò speravamo”, è il commento della madre della vittima, Maria Grazia Chiri, assistita dagli avvocati Nicolo’ Ferraris e Gabriele Filippo.