In Piemonte si chiude un inverno da primato “Mai così mite e secco negli ultimi 30 anni”

13/03/2022

In Piemonte si chiude un inverno da primato “Mai così mite e secco in 30 anni”
A sud delle Alpi la stagione invernale 2021/22 verrà ricordata soprattutto per le temperature elevate e per la scarsità di precipitazioni. E’ quanto emerge da un’ultima analisi di MeteoSvizzera, Arpa Piemonte e Arpa Lombardia che ha rilevato un’anomalia di temperatura di ben +2.1 °C rispetto alla norma 1991-2020, mentre per le precipitazioni si registra un deficit medio del 65%.

E’ Arpa Piemonte a illustrare una situazione da primato, ma un record che può essere preoccupante.
“La distribuzione delle anomalie di temperature massime giornaliere medie della stagione invernale 2021/22 per 31 stazioni di rilevamento in Lombardia, Piemonte, Canton Ticino e Canton Grigioni mostra come i valori siano stati più elevati in area appenninica, alpina e prealpina. Sulla Pianura Padana, invece, l’anomalia risulta generalmente meno marcata- spiega Arpa, che aggiunge- “Le anomalie di temperatura minima sono generalmente inferiori rispetto a quelle delle massime, con valori anche negativi sulle zone pianeggianti. La presenza di frequenti condizioni di inversione termica, spesso accompagnata da nebbie in pianura, è la causa delle temperature più basse registrate sulla Pianura Padana rispetto alle zone montuose. Inoltre, nelle vallate alpine ha sovente soffiato sovente il favonio, innalzando le temperature a valori ben superiori alla norma.

Pochissime le precipitazioni

“Le anomalie delle precipitazioni – aggiunge Arpa – ” risultano più marcate sulla pianura piemontese, che non ha potuto beneficiare delle pochissime perturbazioni transitate durante l’inverno soprattutto a causa di un persistente e marcato blocco anticiclonico sull’Atlantico. Sul versante sudalpino svizzero e lombardo, invece, sono state registrate precipitazioni un po’ meno scarse, laddove le correnti meridionali sono state in grado di generare un lieve effetto di sbarramento a ridosso della catena alpina.

Anche alcune stazioni piemontesi di confine hanno misurato quantitativi di precipitazione un po’ più abbondanti rispetto alle altre stazioni, grazie alle precipitazioni trasportate oltre la cresta alpina principale dalle forti correnti nordoccidentali che si sono susseguite nel corso della stagione”.

Un inverno da primato, il più mite e secco degli ultimi 30 anni

In Lombardia, in Piemonte e sulla Svizzera italiana – prosegue l’analisi dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale – ” negli ultimi trent’anni un inverno così mite e secco non si era mai verificato. Si ottengono le medesime considerazioni anche allargando l’analisi a tutto il secolo scorso, seppur considerando un numero minore di stazioni di rilevamento.

Simile a questo fu l’inverno 2018/19, particolarmente mite e secco, ma con anomalie non così marcate come la stagione appena conclusa. L’inverno 2019/20 aveva fatto registrare temperature ancora più elevate, ma allora le precipitazioni furono vicine alla media stagionale.

Anche l’inverno 2013/14 è stato piuttosto mite, ma le precipitazioni superarono il 250 % del quantitativo normalmente atteso.

In tempi recenti inverni molto freddi furono invece il 2005/06 e il 2009/10, caratterizzati anche da precipitazioni attorno alla norma o superiori ad essa.

L’inverno più freddo e secco degli ultimi 30 anni è stato invece quello del 1990/91″.

Le valutazioni sono state realizzate nell’ambito del Progetto GESTI.S.CO: Gestione delle emergenze senza confini per la governance delle emergenze transfrontaliere.

Alcune delle tabelle di studio pubblicate da Arpa.

 

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