Torino – Abbattuto un platano di oltre 100 anni. L’intervento per questioni di sicurezza: ecco gli alberi più vecchi in Italia

08/09/2022

Questa mattina è stato effettuato l’abbattimento di un platano di grandi dimensioni all’interno del giardino Andrea Guglielminetti, in prossimità del Mastio della Cittadella sul lato di via Cernaia.

La pianta manifestava da anni sintomi di un progressivo peggioramento del suo stato di salute, ma il continuo monitoraggio e le attività di cura effettuate dai tecnici del Verde hanno permesso di prolungarne la permanenza in condizioni di sicurezza per l’utenza.

Alcuni recenti controlli di stabilità effettuati da arboricoltori professionisti, che operano per conto della Città, hanno tuttavia evidenziato un aggravamento delle condizioni fitostatiche dell’albero, sia sulle ramificazioni principali che alla base dello stesso.

In considerazione delle caratteristiche dell’albero – che si può considerare veterano, con età stimata di almeno 100 anni – sono stati fatti tutti gli approfondimenti praticabili al fine di verificare la possibilità di salvaguardia della pianta, ma purtroppo gli esiti hanno confermato che il fattore di sicurezza biomeccanica si era ridotto al punto da assegnare all’albero una propensione al cedimento estrema.

Viste le molteplici problematiche e l’impossibilità di mettere in atto interventi efficaci di mitigazione del rischio è stato quindi necessario procedere con urgenza all’abbattimento dell’esemplare.

L’albero faceva parte di un gruppo di platani coevi e di dimensioni simili e lo sviluppo di un neo impianto potrebbe essere ostacolato per effetto della competizione dei soggetti adulti. Pertanto si valuterà se inserire un nuovo albero in sostituzione di quello rimosso.

Ma quali sono gli alberi più vecchi in Italia? Il canale Viaggi Art dell’Ansa fornisce numeri dettagliati, in proposito:

“Il selvatico olivo di Luras, sulle sponde del lago Liscia in provincia di Sassari, è l’albero più antico d’Italia: supera i 4mila anni d’età e ancora oggi ospita sotto i suoi rami e la sua immensa chioma centinaia di pecore al pascolo. Il nome in sardo è S’Ozzastru, cioè l’olivastro, e le sue misure sono impressionanti: è alto 14 metri e la circonferenza della chioma è di 23 metri. Il tronco, che ne misura 12, è scolpito da nodi e piccole cavità, che le conferiscono un aspetto da vero patriarca della natura.

Il castagno dei Cento Cavalli – E’ patrimonio dell’Unesco il maestoso e antichissimo castagno che si erge nel parco dell’Etna, nel comune di Sant’Alfio in provincia di Catania. Le sue dimensioni sono da record: 22 metri di circonferenza del tronco e altrettanti di altezza; anche l’età è incredibile perché il castagno ha un età compresa tra i 3mila e i 4mila anni. Una leggenda popolare narra che durante una battuta di caccia Giovanna la Pazza fu sorpresa da un temporale e trovò riparo assieme a tutto il numeroso seguito, cento tra cavalieri e dame, sotto le immense fronde del castagno. Da qui il nome dei “cento cavalli”, che si rifugiarono sotto la sua chioma.

Il cipresso di Vernazza – E’ l’albero più vecchio della Liguria e veglia come un campanile il santuario di Nostra Signora di Reggio a Vernazza, in provincia di La Spezia. Il pizzuto e rigoglioso cipresso di 800 anni ha misure da record: è alto 23 metri e ha un diametro di mezzo metro. Considerato simbolo di longevità e vita eterna, venne piantato dopo la costruzione del santuario di Vernazza, che si raggiunge lungo un sentiero lastricato e ombreggiato da altri alberi secolari.

Il fico di Badia Cavana – E’ il fico più antico d’Italia e sorge nel comune di Lesignano de’ Bagni, in provincia di Parma. E’ una pianta ultracentenaria con una chioma di 50 metri di diametro e 7 d’altezza e sorge su una verde altura nei pressi dell’abbazia romanica san Basilide a Badia Cavana, fondata nel 1100 da san Bernardo degli Uberti, vescovo di Parma. Il fico si trova proprio su un crocevia di importanti tracciati, percorsi da pellegrini, commercianti e artigiani che trovavano ospitalità nel monastero benedettino. La longevità della pianta dall’enorme e rigoglioso cespuglio e dal tronco formato da tanti fusti è in gran parte dovuto al fatto che alla base vi scorre una sorgente di acqua pura.

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