08/11/2023

Territorio

Torino – La “Battaglia del Gianduiotto” contro la Svizzera continua. E anche Cirio scende in campo: “Proteggiamo un’eccellenza di Torino”

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Torino – “Battaglia del Gianduiotto”, anche Cirio scende in campo: “Proteggiamo un’eccellenza di Torino”

La battaglia per il marchio “Gianduiotto di Torino” continua, con il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha convocato i rappresentanti del comitato per la tutela del marchio per discutere della situazione.

La disputa ruota attorno alla titolarità del marchio “Gianduiotto di Torino”, che è ora oggetto di contesa tra Torino e la Svizzera, in particolare con l’azienda Lindt.

Il comitato per la tutela del marchio si impegna a preservare un’eccezionalità tipica di Torino, non limitandosi a una singola azienda o produttore, ma piuttosto proteggendo il legame tra il territorio e una delle sue eccellenze.

La questione principale che ha scatenato questa controversia riguarda la presenza del latte come elemento fondamentale del prodotto.

Il Comitato del Giandujotto di Torino Igp desidera ottenere il riconoscimento a livello europeo con l’indicazione geografica protetta (IGP) e specifica solo tre ingredienti: nocciola, zucchero e cacao. Diversamente, i rappresentanti della Lindt vogliono includere anche il latte nel disciplinare, una proposta che è stata osteggiata da marchi rinomati come Ferrero, Venchi e Domori. La Lindt controlla anche il marchio Caffarel, uno dei produttori storici del gianduiotto, ma l’aggiunta del latte è vista da alcuni puristi come un cambiamento che tradisce un intento strettamente “industriale”.

Il comitato per la tutela del marchio ha sottolineato il desiderio di preservare la ricetta tradizionale e ha evidenziato l’importanza del marchio IGP, che può significativamente aumentare l’importanza economica della produzione di gianduiotti, stimata a 200 milioni di euro all’anno solo in Piemonte.

Gli sforzi mirano a ottenere una protezione superiore attraverso il marchio IGP, che sottolinea la caratterizzazione geografica del prodotto. L’obiettivo non è ostacolare gli svizzeri, ma piuttosto sperare che anche la Lindt possa adeguarsi al marchio IGP per potenziare la sua produzione in Piemonte in futuro.

“Come Regione Piemonte vogliamo schierarci a fianco del Comitato promotore per il riconoscimento del Giandujotto di Torino Igp, a livello di giunta e di consiglio, e intendiamo assistere il comitato in tutte le fasi di contraddittorio, contro le istanze della Lindt.

Certi di essere dalla parte del giusto, perché noi stiamo proteggendo un territorio e non un’azienda” – così Alberto Cirio, ripreso dal’Ansa.

“Chiunque voglia venire qui a mettere un’azienda che produca gianduiotti a Torino, rispettando il disciplinare del comitato  può venire qui e farlo. C’è una precisa ricetta, che ha una storicità e un’appartenenza territoriale che crediamo sia il valore distintivo di questo prodotto nel mondo.
Abbiamo fatto partecipare telefonicamente il ministro Lollobrigida a questo incontro e stasera stessa il ministro riceverà una nota riassuntiva delle istanze e delle controdeduzioni del comitato e con lui intendiamo seguire questa partita. Domani alle 15.15 avremo una call ufficiale con il commissario europeo all’agricoltura, a cui trasferiremo quanto trasferito al ministro, cioè la volontà e l’esigenza di difendere un marchio di una città e di un territorio, con una ricetta e con una localizzazione ben specifica”.

“Non abbiamo nulla contro Caffarel, Lindt o altri – aggiunge – ” anzi il nostro scopo è di essere inclusivi, rispettando una ricetta storica, che prevede l’utilizzo dal 30% al 45% di Nocciola di Piemonte Igp. Non a caso la chiamiamo un po’ per gioco Igp al quadrato, perché ci risulta essere la prima Igp fatta con una percentuale importante di un’altra Igp”.

“C’è inoltre – ha aggiunto – l’esclusione del latte in polvere, perché all’epoca non veniva ancora prodotto. Si vuole quindi rispettare una vecchia ricetta, aggiornata ai tempi di oggi, con una produzione localizzata nell’intero territorio del Piemonte. Ci piace anche ricordare che tecnicamente il gianduia nasce come primo surrogato del cioccolato, perché mescolato con la nocciola, che era un materiale povero, diventato negli anni molto nobile”.

 

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