
Torino – Gli Elkann hanno vinto al Tar: l’elenco delle opere d’arte dell’Avvocato Agnelli resterà segreto
Torino – Gli Elkann hanno vinto al Tar: l’elenco delle opere d’arte dell’Avvocato Agnelli resterà segreto
Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione dell’accesso civico generalizzato all’elenco pubblico delle opere d’arte di Gianni Agnelli, in risposta a una richiesta di un giornalista di Report.
Gli eredi di Agnelli, guidati da John Elkann, hanno sostenuto che la riservatezza dei proprietari dovrebbe prevalere sull’accesso pubblico, e i legali degli Elkann intendono fare ricorso al Consiglio di Stato.
La decisione conferma la sospensione cautelare emessa a settembre, annullando l’accesso al registro delle opere d’arte più importanti dell’Avvocato, compresi i quadri oggetto di contesa legale nell’eredità tra Margherita Agnelli de Pahlen e i tre primi figli di Agnelli, John, Lapo e Ginevra Elkann.
“Secondo Margherita – spiega MilanoFinanza – ” le opere «Glacons, effet blanc» di Claude Monet, «Study for a Pope III e IV» di Francis Bacon, «Torse de femme» e «Series of Minitaur 4 engravings signed» di Pablo Picasso, «Mistery and Melancholy of a Street» di Giorgio De Chirico, «Nudo di profilo» di Balthus, «The Stairway of Farewells» di Giacomo Balla, «Pho Xai» di Jean Leon Gerome sarebbero sparite dalla casa romana dell’Avvocato e da Villa Frescot a Torino. Il loro valore è immenso, centinaia se non addirittura oltre il miliardo di euro.
“Il ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano – prosegue MilanoFinanza – “aveva concesso la scorsa estate l’accesso al registro ma John Elkann si era opposto ricorrendo al Tar, che gli ha dato ragione. Sul diritto di cronaca prevale quello alla riservatezza dei proprietari e alla sicurezza del bene, se si tratta di opere d’arte, ha deciso in sostanza il Tar: «Ciò che assume rilievo dirimente, infatti, è la mera circostanza (incontestabile) che tali informazioni siano comunque riferibili, “in blocco”, ad una cerchia assolutamente
ristretta di persone fisiche specificamente identificate, sicché comunque non potrebbero essere garantite quelle esigenze di tutela della riservatezza cui il comma 6 dell’art. 17 del d. lgs. n. 42/2004 subordina la consultazione generalizzata dei dati contenuti nell’archivio ministeriale», scrive il Tar nella motivazione. La difesa del giornalista Manuele Bonaccorsi annuncia che farà ricorso al Consiglio di Stato: «È una sentenza che si discosta dai precedenti giurisprudenziali in materia di accesso civico e pregiudica il diritto di cronaca declinato in interesse del pubblico e non come interesse pubblico», dichiara l’avvocato Ugo De Luca, che era schierato contro il ricorso degli Elkann, insieme con il ministero della Cultura, difeso dall’avvocatura dello Stato, e con la Rai, difesa dall’avvocato Massimo Luciani”.