24/04/2024

Flop auto elettriche – Non le vuole nessuno e l’Europa torna al termico: “E’ il prezzo da pagare per le decisioni forzate”

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Flop auto elettriche – Non le vuole nessuno e l’Europa torna al termico: “E’ il prezzo da pagare per le decisioni forzate”

Secondo le ultime analisi di settore, l’Europa, che ha puntato fortemente sulle auto elettriche, sembra ora invertire rotta.

E così, a fronte dell’obiettivo di passare alle vetture elettriche per ridurre l’impatto ambientale, persistono numerose perplessità su questi modelli.

Il costo elevato delle batterie al litio rende le auto elettriche molto più costose delle termiche, senza garantire prestazioni equivalenti. Inoltre, per mantenere il ritmo delle auto a combustione, le auto elettriche richiedono più cavalli e consumano più energia, con un’autonomia spesso limitata.

Questi fattori scoraggiano sempre più clienti e istituzioni europee, che potrebbero non confermare lo stop alle auto a combustione entro il 2035.

Una ricerca di Deloitte mostra che cresce la sfiducia degli europei nelle auto elettriche, con il 43% che preferirebbe auto a benzina o diesel e solo il 9% che considera l’acquisto di un’auto elettrica.

L’Austria e la Polonia mostrano una forte preferenza per le auto tradizionali, mentre l’Italia evidenzia un aumento dell’interesse verso le ibride. Questi dati mettono in discussione il futuro dell’elettrico in Europa, suggerendo la necessità di cambiamenti significativi.

“Di certo le previsioni relative al futuro devono essere riviste, con equilibrio e grande realismo – commenta il presidente di Finest Alessandro Minon, intervenuto sul tema:  “E’ il prezzo da pagare per errori di valutazione o decisioni forzate potrebbe riflettersi in una consistente perdita di occupazione. Serve che qualcuno abbia il coraggio di dire che il re è nudo o almeno in abiti estivi. Ecologismo si, ovviamente come si può non amare l’ambiente, la propria terra (soprattutto per un uomo del meraviglioso Friuli Venezia Giulia), ma turboecologismo ideologico sulle spalle dei lavoratori e delle imprese assolutamente no. L’economia e il mercato hanno le proprie regole ed estromettono rapidamente chi commette errori di pianificazione. Il progresso va seguito, ma alla giusta velocità, per non finire fuori strada. Ricorderei anche la forte interconnessione dell’economia nordestina, in particolare in alcuni settori, quali quelli della meccanica di precisione, con le catene del valore tedesche, già affaticate dalla attuale criticità geopolitica”.

 

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