
Allegri-Juve, il braccio di ferro continua. Lo scontro può chiudersi in Tribunale
Allegri-Juve, il braccio di ferro continua. Lo scontro può chiudersi in Tribunale
Massimiliano Allegri da venerdì pomeriggio non è più l’allenatore della Juventus, con un esonero immediato comunicato dal club per motivi comportamentali.
Ma la decisione non chiude definitivamente il rapporto tra Allegri e la Juventus, aprendo un potenziale contenzioso. Da un lato, la Juventus potrebbe optare per il licenziamento per giusta causa, cercando di evitare di pagare i 7 milioni di euro netti previsti per la prossima stagione (Allegri ha un contratto fino al 2025).
Dall’altro, Allegri dovrà decidere come rispondere alle contestazioni e, nel caso di licenziamento per giusta causa, se impugnarlo.
La situazione
Allegri ha cinque giorni per rispondere alla contestazione disciplinare presentata dagli avvocati bianconeri al momento dell’esonero, comunicatogli dall’a.d. Maurizio Scanavino. Le accuse riguardano comportamenti tenuti durante la notte dell’Olimpico, tra cui una sceneggiata con gli arbitri, il danneggiamento del set fotografico di Lapresse, una lite con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago, urla contro uomini della Telecontrol e mancanze di rispetto verso il d.t. Cristiano Giuntoli.
Questi comportamenti sono considerati gravi violazioni del principio di lealtà sportiva, previsti sia dal Codice Etico della Juventus sia dall’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva. La Juventus potrebbe decidere di recedere dal contratto senza pagare ulteriori stipendi e potrebbe chiedere danni d’immagine.