Torino – L’incredibile storia di un Torinese: da lavapiatti a vincitore del Grammy a Los Angeles

La storia di Olmo Zucca, partito da Torino con il sogno di lavorare nell’industria musicale a Los Angeles, ha dell’incredibile.

Olmo si è ritrovato a fare il cameriere in nero. Con il visto in scadenza, il suo sogno americano sembrava sfumare.

Poi, un giorno, ha sentito una sua canzone alla radio, il primo passo verso il successo.

Zucca, cresciuto a Torino e laureato al Berklee College of Music, si è trasferito a Los Angeles per inseguire il suo sogno musicale.

Ha lavorato in nero come lavapiatti e ha collaborato senza stipendio con lo studio Walles Lale, dove ha creato centinaia di tracce e conosciuto artisti come Ghali e Michele Zocca.

Nonostante queste esperienze preziose, ha lasciato lo studio perché non veniva assunto regolarmente e ha continuato a lavorare in nero.

La svolta è arrivata inaspettatamente quando ha sentito alla radio una traccia prodotta da lui. La canzone, acquistata dal manager di Tyla, una cantante sudafricana emergente, ha scalato le classifiche, portando Zucca al successo. I diritti sulla canzone gli hanno garantito entrate consistenti, fino a 100.000 euro.

La sua canzone “Water” ha vinto un Grammy per la migliore interpretazione di musica africana, confermando il suo talento e cambiando la sua vita.

Zucca ora è sicuro di poter dedicarsi alla musica a tempo pieno, avendo venduto i diritti della canzone alla Sony per centinaia di migliaia di euro e una percentuale degli incassi futuri.

Quella canzone – ha raccontato  «era una produzione come altre, non me la ricordavo neanche più. Mi è piovuta addosso all’improvviso, mentre contavo le monete per pagarmi l’affitto. È stata una bella rivincita. Per anni ho chiesto un contratto da mille euro al mese per lavorare nel mondo della musica, ma tutti mi hanno chiuso la porta in faccia. Qualunque studio mi diceva che non c’erano soldi, che dovevo fare sacrifici».

«Oggi sono sicuro che nella mia vita potrò sempre dedicarmi alla musica»,

E ora non vede l’ora di tornare a Torino per «festeggiare con la mia famiglia e gli amici che hanno sempre creduto in me».