Ambrogio: “E’ da 30 anni che litighiamo per la Tav. Nello stesso tempo la Svizzera ha realizzato 3 gallerie di Alptransit”

Piemonte, infrastrutture ferme: mentre si discute sulla Tav, la Svizzera avanza

Il presidente di Ambrogio Trasporti, Livio Ambrogio, ha espresso forti preoccupazioni per la situazione delle infrastrutture in Piemonte in un’intervista al Corriere.

Ambrogio ha inviato una lettera al viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, per denunciare l’impatto economico dello stop ai lavori della Torino-Lione, che dura ormai da 18 mesi. In questo periodo, la sua azienda ha accumulato 5 milioni di euro di costi aggiuntivi, a causa della necessità di percorrere 700 chilometri in più per raggiungere Parigi, a causa della chiusura della linea storica.

Ambrogio, pioniere del trasporto intermodale – l’alternanza tra treno e camion – ha investito nella regione con l’aspettativa che la Tav fosse operativa entro il 2015, ma si trova ancora a fare i conti con ritardi che penalizzano il settore. Mentre l’Italia continua a discutere sulla Tav, la Svizzera ha completato con successo tre gallerie della linea Alptransit, dimostrando un’efficienza nettamente superiore. “In Italia abbiamo speso solo 92 euro pro capite per le ferrovie, mentre in Svizzera la cifra è di 477 euro”, ha sottolineato Ambrogio, evidenziando la differenza di impegno tra i due Paesi.

Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha tentato di sollecitare i francesi a sbloccare i lavori al traforo del Frejus, chiuso per quasi un anno e mezzo dopo l’incidente dell’agosto 2023. Ambrogio, però, è scettico e ritiene che la Francia stia rallentando volutamente, forse per questioni commerciali, dato il successo del Frecciarossa rispetto ai treni TGV francesi.

Il ritardo nei lavori ha compromesso l’obiettivo italiano di raddoppiare il trasporto merci su rotaia, portandolo dal 10 al 20% del totale. Attualmente, Ambrogio riesce a far viaggiare solo due o tre treni a settimana attraverso la Svizzera, ma a costi molto più elevati. Il percorso più lungo incide sui costi di trasporto, con un aumento del 47%. “Ho perso milioni di euro in questo periodo, ma il problema è che sembra che a nessuno importi”, ha dichiarato.

«Ho investito a Candiolo perché mi aspettavo di salire a bordo della Tav nel 2015 — ha spiegato al Corriere il presidente di Ambrogio Trasporti —. E invece mi ritrovo oggi con la linea storica Torino Lione chiusa da più di un anno e un extra costo di oltre 5 milioni di euro in bilancio perché per raggiungere Parigi i miei treni percorrono 700 chilometri in più. I francesi stanno facendo melina. Forse perché ai cugini transalpini dà fastidio il Frecciarossa che andava a Parigi sempre pieno mentre i Tgv erano mezzi vuoti. Ma tenere il traforo del Frejus bloccato per quasi 18 mesi, a causa dell’incidente dell’agosto 2023, è un disastro per chi ha creduto nel trasporto merci su rotaia».

“L’Italia – ha aggiunto  Ambrogio al Corriere – “è l’ultimo paese in Europa per investimenti procapite nelle ferrovie, circa 92 euro a testa. In Svizzera invece si spende in media 477 euro. Il risultato è che mentre noi abbiamo parlato e litigato sulla Tav per 30 anni, gli svizzeri hanno realizzato le tre gallerie di base Alptransit. Noi in Piemonte invece dobbiamo supplicare per riaprire la linea storica di Cavour».

«Il Piemonte delle infrastrutture è tutto un cantiere da troppi anni. Dall’Asti-Cuneo alla Tav. Fare impresa così è complicato. E noi imprese del trasporto combinato, quelle a basso impatto ambientale, che hanno creduto nel trasporto su rotaia, siamo le più tartassate. Non è serio».