
Torino e Piemonte, una “crisi nascosta” – Una persona su quattro ha più di 65 anni, tantissimi “fragili”: e la spesa sanitaria aumenta. I dati
Torino e Piemonte, una “crisi nascosta” – Una persona su quattro ha più di 65 anni, tantissimi “fragili
La situazione demografica e sanitaria del Piemonte solleva gravi preoccupazioni per il futuro della regione. Attualmente, una persona su quattro ha più di 65 anni, e sei su dieci di questi anziani sono classificati come fragili, un dato che comporta un aumento significativo della spesa sanitaria.
Nel 2025, i bilanci delle Asl piemontesi prevedono un aumento dei costi di 700 milioni di euro, portando la spesa sanitaria complessiva a 12,6 miliardi di euro. Tuttavia, il governo centrale ha previsto un taglio di mezzo miliardo di euro nei trasferimenti statali nei prossimi cinque anni, lasciando la Regione in una posizione difficile. Per sopperire a queste carenze, si ricorre a fondi europei per mantenere operativi ospedali e ambulatori, una soluzione temporanea che non può essere sostenibile nel lungo termine.
L’analisi e dell’editorialista di Repubblica Beniamino Pagliaro, che denuncia una situazione di difficoltà per il territorio
Una crisi demografica allarmante
Il Piemonte invecchia a un ritmo preoccupante, con una popolazione sempre più anziana e un calo della natalità che riflette una tendenza italiana ed europea. La crisi demografica ha implicazioni profonde: non solo aumenta il peso sui servizi sanitari e sociali, ma riduce anche l’attrattività della regione per i giovani e i nuovi cittadini. Molti studenti che si formano in Piemonte scelgono di trasferirsi altrove, peggiorando ulteriormente la situazione. La sfida è invertire questa tendenza, ma le soluzioni richiedono visione a lungo termine e pazienza.
“Di fronte a una crisi di queste dimensioni ci sono due approcci – scrive Pagliaro – ” il primo è quello attuale, che punta su piccoli interventi, apparentemente rassicuranti, per ritrovare l’equilibrio. Il secondo è quello di scelte coraggiose, impopolari (se necessarie), per cambiare scenario, dalla sanità agli enti locali, dai finanziamenti a pioggia alla doverosa rendicontazione. Visto così, anche il secondo mandato del presidente Alberto Cirio, che governa non senza ambizione ma senza veri ostacoli politici, assume ben più interesse. Per evitare il declino, si deve cambiare. Le ipotesi aiutano a ragionare: quali scelte saremmo pronti a fare se sapessimo che dopodomani non avremo la cassa per pagare gli stipendi dei medici?”.