Clamoroso scontro Trump-Zelensky: urla e offese alla Casa Bianca: “Tu giochi con la 3° Guerra Mondiale”. Poi lo “caccia” dallo Studio Ovale

28/02/2025

Clamorosa lite Trump-Zelensky alla Casa Bianca: “Tu giochi con la 3° Guerra Mondiale”

L’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, iniziato con toni apparentemente distesi, si è trasformato rapidamente in uno scontro sempre più acceso. Al centro del dibattito, il patto sulle terre rare, che il presidente degli Stati Uniti pretende come compensazione per il sostegno militare ed economico fornito a Kiev dall’inizio dell’invasione russa.

Zelensky, però, ha posto una condizione chiave prima di firmare: l’inclusione di garanzie di sicurezza, ovvero un impegno concreto da parte degli Stati Uniti per supportare l’Ucraina anche dopo un possibile cessate il fuoco. Tuttavia, l’amministrazione Trump ha ribadito più volte la volontà di ridurre il coinvolgimento americano in Europa e nella NATO, facendo capire che l’Ucraina non può dare per scontato un sostegno a lungo termine. L’incontro, durato appena venti minuti, si è concluso in modo così burrascoso che, secondo Fox News, Trump avrebbe addirittura chiesto a Zelensky di lasciare la Casa Bianca.

Tensione sin dall’inizio: battute e frecciate tra i due leader
Il clima si è rivelato teso sin dai primi momenti. Appena arrivato, Zelensky è stato accolto da una battuta sarcastica di Trump: “Si è vestito bene”, ha detto ai giornalisti, notando che il presidente ucraino, invece della consueta tenuta militare, indossava un completo scuro.

Subito dopo, Trump ha dichiarato di voler concludere un accordo “equo” sulle risorse minerarie ucraine, mentre si è mostrato ottimista su un imminente cessate il fuoco, definendolo “ragionevolmente vicino”. Zelensky, però, ha risposto con fermezza: “Putin è un assassino, non accetto compromessi”, aggiungendo che Trump deve dimostrare di essere dalla parte dell’Ucraina per fermare il presidente russo.

A quel punto, Trump ha chiarito la sua posizione: “Senza compromessi non si può raggiungere un accordo”. Ha poi aggiunto di non voler schierarsi né con la Russia né con l’Ucraina, ma di agire esclusivamente “per il bene degli Stati Uniti”. Il presidente americano ha sottolineato di volersi distinguere come un pacificatore, convinto che la sua elezione abbia evitato una possibile Terza Guerra Mondiale.

Le tensioni sono esplose quando Zelensky ha insistito sulla necessità di un impegno militare stabile da parte di Washington. “La sicurezza per l’Ucraina è cruciale”, ha affermato il leader di Kiev, ricordando che fino ad ora il sostegno statunitense è stato garantito grazie all’amministrazione Biden.

Trump, però, ha liquidato la questione con un secco: “Prima concludiamo un accordo”. Ha poi ribadito che gli Stati Uniti continueranno a fornire armi all’Ucraina, ma ha sottolineato che l’obiettivo è ridurre l’invio di armamenti perché la guerra potrebbe concludersi presto.

La discussione è rapidamente degenerata. Trump ha accusato Zelensky di non avere un margine di manovra sufficiente per negoziare e gli ha detto senza mezzi termini: “Dovete mostrare gratitudine”. Il tycoon ha poi aggiunto un duro avvertimento: “O accetti l’accordo, oppure gli Stati Uniti si tirano fuori”.

Trump a Zelensky: “Senza di noi, la guerra sarebbe già persa”
Nel corso del confronto, Trump ha ribadito più volte il peso del supporto americano nella guerra contro la Russia. In un momento particolarmente teso, ha detto a Zelensky: “Senza le nostre armi, avreste perso la guerra in due settimane”.

L’alterco ha raggiunto l’apice quando il tycoon ha insultato il leader ucraino, dicendogli che “non è particolarmente intelligente”. Poco dopo, Trump ha affidato il suo commento finale a un post su Truth Social, scrivendo che Zelensky “potrà tornare quando sarà pronto per la pace” e accusandolo di mancanza di rispetto verso gli Stati Uniti.

Poco prima della fine dell’incontro, Trump ha cancellato la conferenza stampa congiunta e, secondo alcune fonti, ha chiesto a Zelensky di lasciare la Casa Bianca, sancendo una frattura profonda nei rapporti tra i due leader.

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