
Torino – La crisi della Movida: fra prezzi folli e piazze deserte. Ora i giovani preferiscono la festa “Fai da te”. La nuova moda
Torino – La crisi della Movida: fra prezzi folli e piazze deserte. Ora i giovani preferiscono la festa “Fai da te”
La movida torinese sembra essere in piena crisi, con sempre più giovani che preferiscono eventi autogestiti anziché frequentare locali e discoteche.
Il fenomeno sta mettendo in difficoltà i gestori, preoccupati per la drastica diminuzione della clientela. Fulvio Griffa, presidente della Federazione esercenti pubblici e turistici (Fiepet), segnala che migliaia di giovani sono spariti dai circuiti tradizionali della vita notturna, un fatto mai accaduto prima in città.
Dall’addio ai Murazzi alla movida in crisi
Il declino della movida torinese è iniziato con la chiusura dei Murazzi, uno dei simboli del divertimento cittadino, seguito dalla progressiva scomparsa dei locali storici del Valentino, come la Rotonda e lo Chalet. Questi spazi, un tempo affollati da giovani, sono stati sostituiti da ristoranti di fascia medio-alta, ma la nuova offerta non ha incontrato il favore degli under 35.
Murazzi e Parco del Valentino sono ormai semi-deserti e piazza Vittorio sempre più controllata dalle forze dell’ordine. Anche il quartiere San Salvario ha subito una trasformazione simile: dopo un periodo di grande affluenza giovanile, con cocktail bar e chupiterie, è stato riqualificato con locali più sofisticati. Ma questa scelta ha fatto allontanare i giovani, lasciando spazio a problemi di sicurezza, con un aumento della presenza di spacciatori e baby gang.
Di fronte all’aumento dei prezzi e alle restrizioni, i giovani torinesi hanno trovato alternative. Durante il Covid avevano già sperimentato un modo diverso di divertirsi, e oggi continuano su questa strada con feste private in casa, incontri in zone meno sorvegliate della città e ritrovi nei circoli culturali. Luoghi come il Parco della Colletta e il Parco Dora sono diventati punti di riferimento per queste nuove forme di aggregazione, con raduni spontanei caratterizzati da casse per la musica e bevande acquistate a basso costo nei minimarket.
Il motivo è chiaro: nessun controllo, costi ridotti al minimo e libertà di divertirsi senza le limitazioni imposte dai locali tradizionali. Con l’aumento del costo della vita, questa soluzione è particolarmente vantaggiosa per chi ha un budget limitato, come i giovani che stanno entrando nel mondo del lavoro.
I proprietari dei locali notturni si trovano in difficoltà, con un calo drastico della clientela. Secondo Griffa, il numero di persone che popolavano la movida torinese si aggirava intorno alle 30 mila, ma ora si è dimezzato. Le zone che un tempo erano punti nevralgici della vita notturna, come San Salvario, piazza Vittorio e il Quadrilatero, stanno registrando un calo significativo di affluenza. Solo piazza Santa Giulia e il locale Le Panche in via Reggio sembrano resistere.
Le cause di questa crisi potrebbero essere molteplici: dal nuovo codice della strada che scoraggia gli spostamenti serali, alla riduzione dell’offerta di locali, fino all’influenza dei social network, che hanno portato a un calo della socialità dal vivo.
Insomma, la movida torinese sta cambiando volto e il futuro dei locali tradizionali appare sempre più incerto.