01/04/2025

Territorio

Torino – Una Pasqua “amarissima”: le Uova aumentano del 30 % per il caro-cacao. La preoccupazione dei produttori (e dei consumatori).

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La crisi del cacao colpisce consumatori e produttori, con rincari che sfiorano il 40% per i prodotti di fascia medio-alta
Si registra un significativo rialzo nei costi delle uova pasquali quest’anno, con un incremento medio del 30% rispetto alla stagione precedente, raggiungendo picchi superiori al 40% per i prodotti di qualità medio-alta. Il fenomeno coinvolge anche le uova destinate ai bambini, dove gli aumenti oscillano dall’8,3% per il tradizionale “Kinder Gran Sorpresa” da 150 grammi (che passa da 11,99 euro nel 2024 a 12,99 euro nel 2025) fino al 33% per i marchi che utilizzano licenze popolari tra i più piccoli, come squadre sportive, personaggi dei cartoni animati e serie televisive.
A segnalare questa tendenza preoccupante è il Codacons, che analizza l’attuale situazione del mercato del cacao. Dall’autunno scorso, le quotazioni di questa materia prima hanno conosciuto un’escalation costante, toccando valori record tra fine 2024 e inizio 2025 (12.000 dollari per tonnellata).

Nonostante un recente calo a circa 8.000 dollari, si tratta comunque di cifre notevolmente superiori rispetto ai 2.900 dollari del marzo 2023. L’impatto dell’aumento delle materie prime si manifesta sul lungo periodo, poiché il cacao viene acquistato con notevole anticipo, rendendo gli attuali rincari delle uova pasquali una conseguenza diretta dell’impennata dei prezzi verificatasi nei mesi precedenti.
La situazione genera preoccupazione non solo tra i consumatori ma anche tra i produttori, che devono assorbire gli aumenti cercando al contempo di limitare i rincari per mantenere la propria posizione sul mercato. “Mentre il costo medio delle uova pasquali è cresciuto del 25-30% rispetto all’anno scorso, noi siamo riusciti a contenere gli incrementi al 3-5%”, afferma Giacomo Boidi, titolare di Giraudi, rinomata cioccolateria di Castellazzo Bormida. “L’unica strategia che abbiamo adottato per contenere i prezzi è stata un’accurata pianificazione nell’acquisizione delle materie prime, oltre a una riduzione dei nostri margini di guadagno”.
Le creazioni di Giraudi (circa 10.000 pezzi all’anno) seguono un trend di mercato orientato verso prodotti sempre più originali e ricercati.

Guido Gobino, maestro cioccolatiere torinese, ha confermato questa tendenza: ascoltato dal quotidiano repubblica: “Già nel 2024 abbiamo osservato una diminuzione delle vendite, e quest’anno iniziamo a percepirla nuovamente, poiché nonostante manchino solo due settimane alla Pasqua, le vendite e le prenotazioni non sono ancora partite come previsto”. Gli aumenti dei prezzi, secondo Gobino, sono stati inevitabili: “Parliamo di un 15-20% in più rispetto all’anno scorso, anche perché trattandosi di produzione artigianale, alcuni costi di lavorazione non possono essere ulteriormente ridotti”.
L’impegno dei produttori rimane quello di attenuare gli effetti degli aumenti, in attesa che i prezzi ritornino a livelli più sostenibili. “Stiamo cercando con ogni mezzo di contenere gli incrementi previsti per il prossimo autunno, intervenendo eventualmente sul packaging, economizzando sugli imballaggi e facendo tutto il possibile per evitare ulteriori ritocchi ai listini”, spiega Gobino.
“Naturalmente auspichiamo un ritorno a quotazioni più ragionevoli della materia prima, altrimenti la situazione diventerà davvero critica. Il problema non riguarda solo il cacao: anche le nocciole piemontesi hanno raddoppiato il loro prezzo rispetto allo scorso anno”. A questo si aggiunge “il rallentamento degli ordinativi dagli Stati Uniti, motivato dai timori relativi ai dazi doganali”, un ulteriore fattore di incertezza per il settore.

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