Torino – “Abitare” con Cavour e Alfieri: quanto costa vivere negli edifici più ‘storici’ della città, fra capolavori e arte

08/04/2025

Torino – “Abitare” con Cavour e Alfieri: quanto costa vivere negli edifici più ‘storici’ della città

Sono edifici d’epoca che offrono soluzioni residenziali esclusive, combinando l’eredità architettonica con il comfort moderno
La ricchezza storica permea il centro di Torino, dove maestosi edifici barocchi, ottocenteschi e liberty si trasformano in prestigiose opportunità abitative, ambienti che hanno attraversato i secoli mantenendo intatta la loro essenza, pur adattandosi alle esigenze contemporanee.
L’itinerario a quattro tappe, tra storia e architettura nel capoluogo piemontese, è stato ricostruito dal Corriere della Sera.

Adriana Richetti, che gestisce con due colleghe l’agenzia immobiliare Home Service in Via San Francesco da Paola 25, ha recentemente concluso la vendita di un appartamento con tre locali in via Cavour 19. L’immobile si trova in un edificio di notevole pregio, opera dell’architetto Pietro Betta nel 1923. L’architetto e urbanista, influenzato dall’estetica della Secessione e del razionalismo, ha realizzato un’abitazione di straordinaria eleganza, caratterizzata da elementi distintivi: i terrazzi e le ampie vetrate.

“Gli interni presentano particolari raffinati,” spiega Richetti, “come lo splendido ascensore in legno. L’appartamento proposto, con soffitti alti 4 metri e possibilità di soppalco, è stato acquistato immediatamente. Esiste una forte domanda per residenze perfettamente ristrutturate in strutture d’epoca.”
Questa richiesta è particolarmente elevata nella zona di via Cavour e aree limitrofe, anche per la prossimità alla rinomata Università Europea di Economia Escp. Torino è considerata una capitale dello stile liberty, e il nostro percorso continua verso uno dei suoi edifici più rappresentativi: Palazzo Bellia in via Pietro Micca, la cosiddetta “Via Diagonale” che rompeva gli schemi dell’impianto urbanistico a scacchiera della città.

“Il palazzo, terminato nel 1898 – si legge sul Corriere della Sera – ” prende il nome dall’impresa Bellia che lo costruì, su progetto di uno dei grandi anticipatori del liberty, l’architetto Carlo Ceppi, con decorazioni floreali, archi, colonnine, capitelli, soffitti lignei sotto i portici. Qui Gieffe Patrimoni Real Estate di via della Rocca propone un appartamento di 245 mq, a 980.000 euro, 4.000 al mq.
Gerardo Festa, titolare dell’agenzia, conferma che «le maggiori richieste arrivano proprio per edifici storici di pregio. Noi trattiamo immobili a 360°, ma Torino offre palazzi che sono ricercati perché hanno un’anima. Intatti anche negli interni: nessuno si sogna di cambiare un parquet d’epoca».
La Torino più antica, quella del Quadrilatero, è a pochi passi e una tappa obbligata è Palazzo Saluzzo di Paesana di via della Consolata. Voluto dal conte Baldassare Saluzzo di Paesana e realizzato tra il 1715 e il 1722 su progetto dell’architetto Gian Giacomo Plantery è un perfetto esempio di edilizia in cui coesistono residenze nobiliari e altoborghesi.
Spettacolare la scenografia interna: appartamenti di rappresentanza e padronali al «piano nobile», alloggi da reddito destinati alla borghesia al secondo e terzo piano e infine mezzanini e soffitte. Un mix di ceti sociali, nel più vasto e monumentale edificio nobiliare della città. Una mixité che si ripete anche oggi, con spazi espositivi accanto a quelli residenziali”.

Elena Biglino del Gruppo Immobiliare INvest di corso Re Umberto 55 ha recentemente venduto nel Palazzo un appartamento al terzo piano e una mansarda su due livelli al quinto piano (serviti da ascensore). Un frammento della storia torinese da abitare che attrae anche acquirenti stranieri. I due immobili sono stati acquistati da un cittadino francese prossimo alla pensione che intende trasferirsi a Torino e da una coppia di statunitensi che cercavano una base in Italia. Tutti affascinati da una località così centrale e al contempo tranquilla.”

Ma – si legge ancora sul Corriere – “Ad aprire la strada ai recuperi architettonici di edifici storici e al piacere di abitarli è stato oltre 40 anni fa il Gruppo Building e il loro gioiello rimane Number 6 di via Alfieri, eletta «la casa più bella del mondo», trasformazione in condominio contemporaneo di un palazzo barocco del 1660 a due passi da Piazza San Carlo.
«Fin dall’inizio abbiamo scelto il restauro conservativo —spiega al Corriere il Ceo Luca Boffa—e con questo spirito abbiamo riportato alla destinazione di residenze nobiliari edifici che nel corso del tempo erano stati tutti trasformati in uffici. Con un vero restauro d’arte: per Lagrange 12 per esempio, edificio del ‘600 che era stato bombardato, la restauratrice Barbara Rivetti ha riportato la facciata ai colori e all’armonia originari. E così per Quadrato, recupero di un antico convento.
Un lavoro lungo (Number 6 ha richiesto 18.000 ore di lavoro!) ma entusiasmante, che spesso ci ha fatto riscoprire soffitti affrescati, mosaici romani, dettagli d’arte. Case importanti che piacciono ai torinesi non per investimento, ma per viverci. Oggi abbiano tutto venduto o affittato, e spesso i nostri palazzi diventano location cinematografiche e attrattive turistiche».
Abitare la storia non è solo un piacere: è anche un modo per custodire e far conoscere la bellezza della città”.

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