Torino – Marocchino fa arrestare un ladro dopo il furto, ma viene espulso dall’Italia perché ‘irregolare’ “Ho fatto un bel gesto, mi hanno punito”

13/05/2025

Un giovane marocchino di 29 anni, si trova al centro di una vicenda paradossale accaduta a Torino: dopo aver collaborato con la polizia nell’arresto di un ladro, è stato espulso dall’Italia perché privo del permesso di soggiorno.

Zakaria (il nome del 29enne, ndr) è arrivato in Italia otto mesi fa, passando per la Spagna e la Francia, e ha raggiunto Torino attraverso la frontiera di Ventimiglia. Nonostante non avesse ancora avviato le pratiche per la regolarizzazione, ha cominciato subito a cercare di integrarsi: lavora nei mercati rionali, montando i banchi in piazza della Vittoria, nel quartiere Madonna di Campagna, un’occupazione faticosa e non ufficiale, ma che gli consente di guadagnarsi da vivere.

La mattina presto del 7 maggio, intorno alle tre, Zakaria era al lavoro quando un malvivente ha danneggiato la vetrina del supermercato Carrefour nelle vicinanze per compiere un furto. La polizia è intervenuta rapidamente e, arrivata sul posto, ha inizialmente fermato proprio il 29enne, scambiandolo per il colpevole. Ma il giovane ha subito chiarito l’equivoco, indicando il vero responsabile nascosto sotto un’auto parcheggiata nei pressi. Grazie alla sua segnalazione, gli agenti sono riusciti ad arrestare il ladro e recuperare la merce rubata.

Tuttavia, due ore dopo, gli agenti sono tornati, dopo aver visionato le immagini delle telecamere di sorveglianza che mostravano sia il ladro che Zakaria nei pressi del supermercato. Nonostante un altro lavoratore del mercato abbia confermato che l’uomo era lì solo per lavorare, le forze dell’ordine, verificata la sua situazione irregolare, lo hanno accompagnato all’ufficio immigrazione e gli hanno notificato un decreto di espulsione, imponendogli di lasciare l’Italia entro sette giorni.

Zakaria è rimasto sconvolto dalla decisione. «Pensavo di fare la cosa giusta – racconta – ho avuto fiducia nella polizia, non credevo che mi avrebbero mandato via». La sua situazione, dal punto di vista legale, è complicata: non avendo un contratto di lavoro formale, non ha potuto presentare la richiesta per il permesso di soggiorno. Attualmente vive a casa di un collega e lavora solo poche ore al giorno, sempre senza documenti regolari.

Nonostante tutto, desidera restare in Italia, dove spera di costruirsi una vita stabile. Sua moglie è ancora in Marocco, e sogna un futuro insieme a lei, a Torino. La vicenda ha generato sconcerto: un gesto di collaborazione con le autorità, invece di essere premiato, ha portato a una punizione pesantissima. «Se quella mattina avessi fatto finta di nulla – riflette Zakaria – ora non mi troverei con un ordine di espulsione. Ma io sono una persona per bene, voglio solo lavorare e vivere onestamente». Ora chiede aiuto, sperando che la sua storia possa essere riconsiderata.

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