
Torino – L’amara sorpresa: le rubano lo Scooter. Poi le arrivano anche 20 mila euro di multe. Il caso
A Torino una donna si è ritrovata improvvisamente sommersa da multe per un totale di 20 mila euro e da un’ordinanza di risarcimento per un incidente stradale causato da un veicolo che non guidava più da anni: il suo vecchio scooter, rubato tempo prima. È la singolare e sfortunata vicenda di una donna di 49 anni, residente a Orbassano, che ora si trova coinvolta in una complessa battaglia legale.
Lo scooter “fantasma” e l’inizio dell’incubo
Tutto ha origine nel 2015, quando la donna decide di non utilizzare più il suo scooter Suzuki. Lo lascia in un magazzino di un’impresa edile dove lavora il compagno, dopo aver tolto la targa, disdetto l’assicurazione e portato con sé chiavi e libretto di circolazione, con l’intenzione di demolirlo in futuro. Due anni dopo, nel 2017, il compagno perde il lavoro e la Ballarini smette di occuparsi del mezzo, ritenendolo ormai inutilizzabile.
La sorpresa arriva nel dicembre del 2019, quando riceve una raccomandata con una lunga serie di verbali per violazioni del Codice della Strada, tutti riferiti al suo scooter e a un certo D.L., sconosciuto alla donna. Tra le multe figura anche un incidente in via Pietro Cossa, in cui il conducente dello scooter era stato riconosciuto colpevole. Poco dopo, la proprietaria scopre che l’impresa edile dove aveva lasciato il veicolo era stata sfrattata, e lo scooter era misteriosamente scomparso.
La donna cerca di difendersi impugnando i verbali davanti al Prefetto, ma il ricorso viene respinto. Nel frattempo, l’automobilista coinvolto nell’incidente la cita in giudizio e il Giudice di Pace la condanna a risarcire 3 mila euro di danni, ritenendola ancora formalmente proprietaria del mezzo. A quel punto la donna, assistita dall’avvocato Fabio Nicolanti, presenta denuncia ai carabinieri per furto, nel tentativo di dimostrare la propria estraneità ai fatti.
Le indagini e la svolta giudiziaria
Le indagini portano a individuare l’uomo che utilizzava il ciclomotore. Egli sostiene di aver acquistato lo scooter nel 2018 tramite un annuncio su Facebook Marketplace, senza documenti né targa, ma solo con un certificato di idoneità tecnica, apparentemente regolare. Tuttavia, la denuncia della donna, presentata solo nel 2023, viene considerata tardiva dal pubblico ministero, che chiede l’archiviazione per prescrizione dei termini.
Il giudice per le indagini preliminari (gip), però, non è dello stesso avviso. Nella sua decisione sottolinea che «è plausibile la configurazione del reato di ricettazione» nei confronti di chi oggi detiene lo scooter e di coloro che in precedenza ne hanno avuto la disponibilità. Secondo il gip, è probabile che l’attuale utilizzatore sapesse o sospettasse che il veicolo fosse di provenienza illecita, dato che mancavano i documenti necessari per una vendita legittima.
La Procura di Torino, su ordine del gip, ha quindi disposto nuovi approfondimenti per verificare la catena di passaggi del motorino rubato e stabilire se si possa effettivamente parlare di furto o ricettazione. Nel frattempo, la donna, vittima di un intreccio di errori e omissioni, continua a combattere per dimostrare la propria innocenza e chiudere un incubo che dura ormai da anni.