
In 10 anni scompariranno in Italia oltre 100mila negozi – “I quartieri saranno sempre più vuoti e anonimi”: i dati allarmanti
In Italia il commercio al dettaglio sta vivendo un declino rapido e costante: secondo le stime di Confcommercio, nel giro di dieci anni potrebbero sparire dalle nostre città più di 114 mila attività. Si tratta di un fenomeno già in corso, visto che dal 2013 hanno chiuso i battenti circa 140 mila negozi, un processo che l’associazione definisce una vera “desertificazione” dei centri urbani.
Senza interventi mirati di riqualificazione e strategie che rendano le città più vivibili e attrattive, si rischia di perdere un ulteriore 20% delle attività commerciali entro il prossimo decennio. L’impatto è particolarmente visibile nel Centro-Nord, dove l’e-commerce è più radicato e sottrae quote consistenti ai negozi fisici.
Tra i settori maggiormente colpiti dal 2012 emergono i distributori di carburante, quasi dimezzati, insieme ai punti vendita di prodotti culturali e per il tempo libero. Anche negozi non specializzati, ferramenta, mobilifici, abbigliamento e calzature registrano cali pesanti, tra il 25% e oltre il 34%.
L’unico comparto che cresce è quello legato al turismo: bar, ristoranti e locali registrano un aumento significativo, contribuendo alla tenuta dei servizi di ospitalità e ristorazione.
E non è solo un problema economico: ogni negozio che chiude comporta una perdita di vitalità, sicurezza e servizi per il quartiere, impoverendo la vita quotidiana delle comunità.
“I quartieri saranno sempre più vuoti e anonimi”
Per invertire la rotta, Confcommercio propone misure a sostegno del commercio di vicinato: un fisco più equilibrato, un accesso agevolato al credito e politiche che aiutino gli esercenti ad affrontare le trasformazioni tecnologiche e sociali in corso. L’obiettivo è ridare slancio ai più di 105 mila locali oggi inutilizzati e prevenire che le nostre città diventino sempre più vuote e anonime.