
Torino – Sgomberato dopo 30 anni il centro sociale Askatasuna. Lo Russo: “Fine del patto con la città.” La Lega esulta, gli attivisti attaccano: “Meloni non ci fermerà”
Dopo circa trent’anni, il centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47 a Torino è stato sgomberato in un’operazione condotta da polizia, carabinieri e guardia di finanza. Il blitz, avvenuto prima dell’alba, ha visto decine di agenti impegnati a bloccare la zona, murare gli ingressi dello stabile e sequestrare bombole del gas e porte. All’interno dell’edificio sono stati trovati sei attivisti, che secondo il sindaco Stefano Lo Russo non avevano rispettato le condizioni del patto di collaborazione con il Comune: «La Prefettura di Torino ha comunicato alla Città l’accertamento della violazione delle prescrizioni relative all’interdizione all’accesso ai locali… configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione che pertanto è cessato». Lo Russo ha quindi dichiarato conclusa l’intesa che avrebbe trasformato Askatasuna in un bene comune.
Il centro sociale, occupato dal 1996, era al centro di tensioni politiche legate al rinnovo del patto comunale. La delibera approvata a marzo prevedeva che solo il piano terra fosse utilizzabile, mentre gli altri piani erano inagibili. Il mancato rispetto di queste regole ha portato allo sgombero, che si colloca anche nell’ambito di un’inchiesta su una serie di assalti a Ogr, Leonardo, La Stampa e Città Metropolitana, con perquisizioni in corso e decine di indagati per reati come danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
L’operazione ha suscitato reazioni contrastanti. Fratelli d’Italia ha parlato di un segnale dello Stato contro la violenza: «Con i violenti non si tratta», ha affermato Augusta Montaruli. La Lega ha definito lo sgombero «un momento storico per la città». Dall’altra parte, gli attivisti di Askatasuna hanno annunciato che il presidio davanti allo stabile continuerà e hanno rilanciato la mobilitazione: «Meloni non ci fermerà. Il tentativo di colpire il movimento per la Palestina è chiaro… Non saranno perquisizioni o sgomberi a fermare chi lotta».
Il centro è ora formalmente sgomberato e gli ingressi murati, mentre la città resta divisa tra la soddisfazione delle forze politiche e la determinazione degli attivisti a mantenere la propria presenza simbolica sul territorio.