25/03/2020

3000 euro di multa per chi vìola le restrizioni, 5 anni per chi non rispetta la quarantena – Come cambia il decreto

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Il premier Giuseppe Conte ha parlato ieri, 24 Marzo,  in una conferenza stampa a porte chiuse del nuovo decreto varato dal Cdm.

Cambiano le multe per le violazioni che passano ora  da 400 a 3000 euro per violazioni. Così ha dichiarato il premier:
“Il Dpcm è uno strumento flessibile che ci consente di dosare le misure di contenimento del rischio in funzione della diffusione del contagio. A livello sanzionatorio abbiamo introdotto una multa: il pagamento che va da 400 euro a 3000 euro. D’ora in poi ci sarà una sanzione pecuniaria. Sono soddisfatto e orgoglioso – ha aggiunto Conte – “della reazione degli italiani nel rispettare le prescrizioni. La stragrande maggioranza dei cittadini si sta conformando alle nuove regole. Ciascuno deve fare la propria parte per affrontare l’emergenza per uscire quanto prima da questa fase”.

Per chi invece è riconosciuto colpevole di violazione intenzionale del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte a quarantena perché risultate positive al virus, il reato è punito, ai sensi dell’articolo 452, primo comma, n. 2, del codice penale, con la reclusione da uno a cinque anni.

Poi il premier Conte si è soffermato sulla serrata delle aziende:
“Decidere di chiudere interi comparti individuando di punto in bianco quali sono le attività essenziali e non essenziali è una operazione complicatissima. L’Italia non ha mai affrontato problematiche di questo tipo” – ha spiegato il presidente del Consiglio.
“Stiamo facendo degli aggiustamenti è una cosa complicata, perché le filiere produttive sono molto integrate. Sarà garantita la filiera alimentare e rifornimento carburante. Abbiamo deliberato l’adozione di un decreto legge che riordina la disciplina anche dei provvedimenti che stiamo adottando in questa fase emergenziale. Il nostro assetto non prevedeva un’emergenza di questo tipo. Con questo decreto legge abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l’attività del governo e del parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni”.

Ma le restrizioni saranno prorogate fino a luglio?
“E’ falso” – risponde Giuseppe Conte. “Si e’ creata discussione sul fatto che l’emergenza sarebbe stata prorogata fino al 31 luglio 2020: nulla di vero, assolutamente no. A fine gennaio abbiamo deliberato lo stato di emergenza nazionale, un attimo dopo che l’Oms ha decretato l’emergenza un’epidemia globale. L’emergenza e’ stata dichiarata fino al 31 luglio. Non significa che le misure restrittive saranno prorogate fino al 31 luglio. Confidiamo di rimuovere restrizioni molto prima di 31 luglio” .

Quindi, Conte ha parlato dell’eventualiità di scioperi da parte dei lavoratori:
“Mi auguro- ha concluso il premier – “che non ci siano scioperi di sorta, in questa fase il paese non se lo può permettere, vale anche per i fornitori di carburanti. Confido che gli annunci possano rientrare per garantire a tutta la comunità nazionale l’approvigionamento di tutti i servizi essenziali. La disciplina di cornice ce la riserviamo noi come governo, ma lasciamo la possibilità alle regioni di fronte a specifiche situazioni, la possibilità di adottare anche misure ulteriori”.
Oggi, intorno alle 18 Conte parlerà nuovamente alla Camera. Mentre giovedì terrà un discorso in Senato.

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