
A Torino 5 mila anziani “abbandonati” – Liste d’attesa infinite sull’assistenza a casa: i dati allarmanti

Emergenza anziani a Torino: 5.000 in attesa di assistenza a domicilio
A Torino, oltre cinquemila persone anziane non autosufficienti attendono di ricevere assistenza domiciliare, nonostante abbiano già ottenuto l’idoneità. Dietro questi numeri si nasconde la realtà di migliaia di famiglie lasciate sole ad affrontare la cura di parenti fragili, senza il supporto che spetterebbe loro. La causa principale è l’insufficienza delle risorse economiche e umane messe in campo dal sistema sociosanitario cittadino.
Un sistema sotto pressione: domanda in aumento, fondi insufficienti
Con il progressivo invecchiamento della popolazione e la riduzione delle nascite, la domanda di servizi per gli anziani è in costante crescita. Attualmente, il Comune di Torino e l’ASL collaborano attraverso una convenzione triennale da 26 milioni di euro, finanziata in parti uguali dalle due istituzioni. Questo modello prevede l’impiego a domicilio di operatori sociosanitari (OSS) e assistenti familiari per supportare le persone fragili alcune ore al giorno. Tuttavia, secondo l’assessore comunale alle Politiche sociali, Jacopo Rosatelli, per far fronte a tutte le richieste servirebbero almeno altri 13 milioni di euro, ovvero un aumento del budget del 50%.
Attualmente, solo 1.800 anziani ricevono regolarmente supporto a casa tramite il sistema sociosanitario. Gli altri – più del doppio – restano in lista d’attesa, pur avendo ottenuto il via libera da medici di base o commissioni sanitarie locali. Si trovano così a vivere una condizione di invisibilità istituzionale, in cui il diritto all’assistenza diventa un privilegio.
Anche le RSA sono sature: oltre 1.000 richieste in attesa
Anche per l’accesso alle RSA (residenze sanitarie assistenziali), i dati non sono incoraggianti. Al 30 giugno 2024, risultano in lista 1.009 persone, di cui 94 considerate casi urgenti. L’assegnazione dei posti viene fatta in base a criteri di gravità e necessità, ma l’attesa può comunque durare mesi, lasciando molti in una situazione di disagio.
Rosatelli: “Servono fondi e tempo per un piano serio”
Durante un’audizione in Regione, l’assessore Rosatelli ha ribadito l’urgenza di intervenire strutturalmente: “Abbiamo attivato una misura straordinaria che coinvolge 1.600 persone, ma si tratta solo di un rimedio temporaneo. Servono risorse stabili e una visione a lungo termine.” Rivolgendosi all’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, ha chiesto che il nuovo piano sociosanitario regionale dia priorità al tema dell’assistenza agli anziani, stanziando risorse economiche e professionali adeguate. Secondo Rosatelli, è irrealistico pensare di completare il nuovo piano entro l’estate, come auspicato dalla Regione. “Per arrivare a soluzioni condivise e durature – ha sottolineato – è necessario coinvolgere seriamente comuni, consorzi, sindacati e professionisti.”
L’assessore ha infine evidenziato come il sistema sanitario debba affrontare anche altre sfide emergenti, come la salute mentale dei giovani, le dipendenze da sostanze e il crescente fenomeno dell’esclusione sociale. “È fondamentale partire dai dati epidemiologici e da un’analisi reale dei bisogni della popolazione”, ha concluso, ribadendo che la prevenzione e l’assistenza alle fasce più deboli devono essere al centro delle politiche future.