
A Torino adesione record per lo sciopero Magistrati contro la riforma della Giustizia – Si è fermato l’86% dei Pm
A Torino lo sciopero Magistrati ha visto un’adesione record
A Torino, lo sciopero dei magistrati contro la riforma della giustizia e la separazione delle carriere ha registrato un’adesione senza precedenti. I numeri parlano chiaro: su 52 pubblici ministeri, ben 45 hanno incrociato le braccia. La partecipazione massiccia è stata evidente anche nella maxi aula 2 del Palazzo di Giustizia, gremita di magistrati, studenti universitari, avvocati e cittadini comuni, molti dei quali indossavano la toga e sfoggiavano una coccarda tricolore sul bavero.
In fondo all’aula, tra coloro che hanno sostenuto la protesta, c’erano il procuratore capo di Torino, Giovanni Bombardieri, e quello di Ivrea, Gabriella Viglione, che ha visto l’adesione totale dei suoi colleghi: 10 su 10. In prima fila, invece, il procuratore generale Lucia Musti ha preso la parola per esprimere la propria posizione, pur non avendo aderito ufficialmente allo sciopero.
Con parole forti, ha denunciato il pericolo rappresentato dalla riforma: “Siamo di fronte a un attacco gravissimo, un’aberrazione perché proviene da un governo democraticamente eletto, non dalla mafia o dal terrorismo. In passato, i magistrati venivano uccisi, oggi a rischiare sono i cittadini e i loro diritti. Se questa legge verrà approvata, cosa ne sarà della giustizia? Dovremo forse ribaltare tutto con un referendum?”.
L’alta partecipazione allo sciopero e il dibattito acceso dimostrano quanto il tema sia sentito nell’ambiente giudiziario e nella società civile, alimentando un confronto acceso sulle possibili conseguenze della riforma.
“È pari all’86,5% l’adesione dei pubblici ministeri della procura di Torino allo sciopero proclamato a livello nazionale dell”Anm – informa l’Ansa. “Per quel che riguarda il tribunale del capoluogo piemontese l’astensione è del 78,8%”.