
A Torino arrivano gli autobus senza conducente: ecco dove viaggiano i nuovi “shuttle” a guida autonoma

A Torino arrivano gli autobus senza conducente
Da alcuni giorni è in circolazione a Torino un nuovo veicolo che si distingue per una caratteristica insolita: a bordo non c’è nessun conducente. Si tratta di una navetta autonoma prodotta dalla casa neozelandese Ohmio, introdotta grazie al progetto europeo In2ccam. L’iniziativa è coordinata dalla Fondazione Links, in collaborazione con GTT, 5T, TTS Italia e il Comune di Torino.
Il mini-bus, lungo quattro metri e di colore bianco, è in grado di ospitare fino a otto passeggeri, anche se, per il momento, viaggia senza nessuno a bordo, eccetto un supervisore di GTT pronto a intervenire in caso di necessità. La sperimentazione sarà attiva fino alla fine di febbraio, per le strade del quartiere Nizza Millefonti, nei pressi degli ospedali torinesi. Si svolge nell’area compresa tra piazza Carducci, via Genova e via Ventimiglia.
Obiettivi e funzionamento del test
Lo scopo principale di questa fase è verificare il dialogo tra la navetta autonoma e la centrale operativa di 5T, incaricata di monitorare il traffico e fornire informazioni in tempo reale. Il sistema, infatti, è progettato per segnalare al veicolo eventuali ostacoli lungo il tragitto, come automobili in doppia fila o cantieri stradali. Se tutto procederà senza intoppi, la navetta sarà in grado di modificare autonomamente il percorso per evitarli.
Per garantire sicurezza e precisione nella guida, lo shuttle è equipaggiato con telecamere e radar. A gennaio, il mezzo ha completato una mappatura dettagliata dell’area, registrando la posizione di semafori, edifici e altri elementi urbani, permettendogli di muoversi senza il rischio di incidenti.
Futuri sviluppi: trasporto passeggeri e fondi PNRR
Questa prima fase rappresenta solo l’inizio di un piano più ampio. Se i test attuali daranno esito positivo, entro la fine dell’anno, grazie ai finanziamenti del PNRR, il progetto entrerà nella sua seconda fase, con l’obiettivo di rendere la navetta autonoma un vero e proprio mezzo di trasporto pubblico. Le aree di destinazione previste sono la zona ospedaliera, per facilitare gli spostamenti dei pazienti, e il Campus Einaudi, per offrire un servizio agli studenti universitari.
L’iniziativa in corso è una naturale prosecuzione di un primo progetto avviato nel 2022, che puntava fin da subito al trasporto di pazienti verso gli ospedali. Tuttavia, la mancanza di fondi ne aveva impedito il completamento. Nonostante ciò, il lavoro svolto in quell’occasione si è rivelato utile per la sperimentazione attuale: durante quella fase, infatti, erano stati installati sensori su edifici e impianti semaforici, consentendo oggi ai mini-bus di ricevere dati in tempo reale per una guida ancora più efficiente.
Se il programma dovesse proseguire con successo, Torino potrebbe diventare una delle prime città italiane a introdurre le navette autonome nel trasporto pubblico, segnando un passo significativo verso l’innovazione della mobilità urbana.