
A Torino cambi in arrivo per le Circoscrizioni: al via la riforma sul ‘Modello Milano”. Cosa cambia dopo anni: il piano

Torino guarda al modello di decentramento di Milano per riformare l’organizzazione delle circoscrizioni cittadine. L’iniziativa, guidata dall’assessore al Decentramento Francesco Tresso, mira a rivedere dopo anni il ruolo e le funzioni delle circoscrizioni, puntando a una maggiore autonomia e dignità amministrativa.
Primo passo: indennità per i coordinatori
Un primo cambiamento è stato introdotto con l’annuncio che, dal 2027, i coordinatori delle giunte circoscrizionali riceveranno un’indennità, sostituendo l’attuale sistema di gettoni di presenza. Questo li promuove al rango di “mini-assessori”, riconoscendo formalmente il loro impegno nella gestione delle commissioni, nella distribuzione del budget e nelle responsabilità amministrative. Tuttavia, nel breve termine, i coordinatori continueranno a ricevere compensi equiparati a quelli dei semplici consiglieri, un aspetto che ha suscitato insoddisfazione.
L’ispirazione al modello Milano
Torino intende adottare un sistema più simile a quello milanese, dove le municipalità sono gestite da giunte più snelle, composte da un presidente e tre assessori. Questo garantisce stipendi più elevati e, di conseguenza, un impegno maggiore e più professionalità. Attualmente, a Torino i coordinatori delle circoscrizioni sono sei, con risorse economiche e autonomia decisionale limitate. Secondo Tresso, la riforma punta a trasformare le circoscrizioni da ruoli amministrativi secondari, spesso relegati a figure pensionate, in posizioni capaci di attrarre professionisti con competenze e tempo dedicato.
Per attuare questa visione, l’amministrazione avvierà un tavolo tecnico per ripensare il decentramento. Pur non puntando a una riforma radicale, l’obiettivo è definire in tempi ragionevoli nuove funzioni e organizzazioni per le circoscrizioni, conferendo loro maggiore autonomia decisionale sulle linee politiche locali.
La revisione del sistema non sarà semplice: da oltre 15 anni i tentativi di aggiornare il decentramento sono falliti. Tresso ha avviato confronti con altre grandi città italiane, tra cui Napoli e Roma, e con l’Anci per elaborare un progetto condiviso. Ma il percorso richiede prudenza: ogni mossa deve evitare rischi di irregolarità contabile, come già accaduto con i gettoni di presenza ai capigruppo del 2013, che hanno portato a richieste di restituzione.
Obiettivi futuri
La riforma, come ha rimarcato l’assessore Tresso, mira a valorizzare il ruolo dei futuri assessori di quartiere, offrendo compensi più adeguati e responsabilità più significative. Questo permetterebbe alle circoscrizioni di non essere percepite come organi amministrativi secondari, ma come istituzioni capaci di incidere maggiormente sulle politiche locali e sulla qualità della vita nei quartieri.