
A Torino il boom del Borgo della Gran Madre – Locali, ristoranti, cocktail e ottimi gelati: la movida (tranquilla) è qui

Il quartiere della Gran Madre sta vivendo una trasformazione che lo sta rendendo un punto di riferimento per chi cerca esperienze gastronomiche di qualità, senza però perdere il suo spirito autentico e radicato nella tradizione torinese. In un’atmosfera che conserva il fascino dei vecchi negozi di quartiere — tra botteghe di artigiani, librerie indipendenti, profumerie rare, panifici storici e caffè dove si giocava al totocalcio — stanno prendendo piede ristoranti moderni, enoteche ricercate, locali dove gustare cocktail e piatti gourmet. Il cuore pulsante di questa rinascita si estende da Piazza Gran Madre fino a via Monferrato e via Cosmo, offrendo un’alternativa più pacata alla movida, fatta di incontri rilassati, buon cibo e ottimi calici, frequentati da un pubblico trasversale e adulto.
I ristoranti rappresentano il simbolo più evidente di questa evoluzione.
Come riporta la pagina di eno-gastronomia del Corriere della Sera, fra i più noti c’è Almondo Trattoria, citato anche dalla Guida Michelin, che segna un ritorno alla cucina semplice e tradizionale. A pochi metri si trovano il raffinato Wallpaper, bistrot dal gusto contemporaneo, ed Esca, specializzato in cucina di mare. Salendo verso via Lanfranchi troviamo Imbianchini, un locale storico con un cortile ombreggiato, e in via Villa della Regina convivono la tradizionale Locanda della Regina e il giapponese Miyabi, a conferma di una proposta gastronomica varia e multiculturale.
Scendendo lungo via Cosmo si incontrano l’elegante Cannavacciuolo Bistrot, premiato e riconosciuto per la sua cucina di alta gamma, e Il Canto del Gallo, enoteca con gastronomia che fa da sponda precollinare allo storico locale di Santa Rita. Ma è in via Monferrato, strada pedonale e animata, che si concentrano molte delle novità: il pugliese Madre!, Aroma, con piatti creativi ispirati alla tradizione, Il Salsamentario, iconico ristorante vegano, il classico Monferrato aperto dal 1820 e La Cucina di Damasco, che porta i sapori siriani in versione street food o con tavolini all’aperto.
In pochi isolati si contano oltre una dozzina di locali, ciascuno con la propria identità, attorno alla storica chiesa della Gran Madre. Tuttavia, ciò che davvero rende speciale questo quartiere sono i locali più raccolti e familiari. Wine Moment, nuova sede dell’enoteca Rossorubino, è perfetto per un aperitivo o un pranzo veloce. Rabezzana, poco distante, aggiunge alla proposta vino e cucina una curata selezione musicale, spesso jazz. Sul lato opposto della strada, al civico 23, Piolino Vini e Caffè è una tappa fissa, così come il piccolo Bar Dopo, dove si possono gustare maritozzi e toast accompagnati da un aperitivo italiano. Il vicino Bar Briac, all’angolo con via Santorre di Santarosa, mantiene lo spirito del bar di una volta.
Non mancano i piaceri dolci: le creazioni di Chicchisani e della Pasticceria Sabauda, i gelati di Gasprin e di Fiorio, che sorge accanto al sempre affollato Gran Bar, storico dal 1960. Da segnalare anche la gastronomia Roby & Roby, nota per i suoi agnolotti, e il Pastificio Gran Madre, attivo dal 1969. Tra le novità più interessanti, il cioccolatiere Spegis, che in via Monferrato propone una “monmousse”, deliziosa mousse fredda al cioccolato peruviano, ideale nelle giornate estive.
Il fascino della zona della Gran Madre sta proprio nella sua capacità di rinnovarsi con gusto e sobrietà, mescolando innovazione e memoria, in perfetto spirito torinese.