
A Torino la celebre Venere di Botticelli ai “raggi X” – Uno studio cercherà di scoprire i segreti del Capolavoro. Ecco come

A Torino la famosissima Venere di Botticelli ai “raggi X” – Uno studio cercherà di scoprire i segreti del Capolavoro.
Uno dei tesori più apprezzati conservati ai Musei Reali di Torino è senza dubbio la “Venere” attribuita a Sandro Botticelli. Amata dal pubblico e spesso prestata per importanti esposizioni internazionali, questa opera è oggi al centro di un progetto di studio approfondito, finalizzato a indagare i suoi aspetti nascosti, attraverso sofisticate tecniche scientifiche.
Il dipinto, oggi visibile a Palazzo Chiablese nell’ambito della mostra Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione (fino al 27 luglio), raffigura la dea dell’amore in una posa solenne, su fondo scuro, in piedi su una base in pietra. A differenza della celebre Nascita di Venere conservata agli Uffizi, questa versione torinese si distacca dal paesaggio idilliaco e si avvicina maggiormente al linguaggio della scultura classica. La figura indossa un velo trasparente e adotta un gesto di pudore che richiama modelli iconografici antichi, come la Venus pudica romana, esposta accanto all’opera nella stessa mostra.
La resa pittorica della figura colpisce per l’effetto realistico dato da luci e ombre e per l’intensità emotiva del volto, che molti studiosi ritengono ritrarre Simonetta Vespucci, musa rinascimentale, idealizzata per la sua bellezza eterea e scomparsa in giovane età.
Ad oggi, esistono solo tre “Veneri nude” attribuite a Botticelli o alla sua bottega: oltre a quella torinese, una si trova alla Gemäldegalerie di Berlino e un’altra in una collezione privata svizzera. La versione berlinese si distingue per alcuni elementi stilistici, come i tratti del viso e l’acconciatura, più chiara e fluente rispetto a quella torinese, che invece si caratterizza per una capigliatura più scura e raccolta, ornata con una perla e una piuma, dettaglio emerso solo grazie a esami recenti.
Il nuovo progetto di studio, denominato VE.N.E.RE., utilizza tecniche di indagine avanzate come la spettroscopia FT-IR e la scansione VIS-NIR. Questi strumenti permettono di analizzare strati nascosti sotto la superficie pittorica, individuando disegni preparatori, ripensamenti dell’artista e materiali utilizzati.
Le analisi hanno rivelato interessanti dettagli del processo creativo di Botticelli: contorni ripassati con cura, modifiche a gambe, mani e piedi, e un’attenzione particolare al volto della dea. Inoltre, è stata scoperta una cornice architettonica intorno alla figura, che la inserisce in una nicchia in pietra, accentuandone l’aspetto scultoreo.
La direttrice della Galleria Sabauda, Enrica Pagella Bava, ha annunciato che i risultati della ricerca saranno presentati prossimamente in giornate di studio riservate a esperti, ma non mancheranno eventi aperti al pubblico: visite guidate, laboratori e pubblicazioni racconteranno al grande pubblico questa straordinaria indagine su una delle opere più affascinanti del Rinascimento italiano.