
A Torino scuole aperte la sera: 15 istituti allungano l’orario: “Più opportunità per i ragazzi”. Le novità
A Torino prende sempre più forma il modello delle scuole aperte anche oltre l’orario tradizionale. Sono quindici gli istituti comprensivi che, grazie ai Patti educativi di comunità, tengono le porte aperte sei giorni su sette, in alcuni casi fino alle dieci di sera o durante i mesi estivi. Si tratta di un’esperienza rilanciata a livello territoriale un anno fa attraverso un protocollo firmato da Comune, Prefettura e Ufficio scolastico provinciale.
L’idea dei patti nasce nel 2020, durante l’emergenza pandemica, per promuovere una scuola capace di uscire dai propri confini e collaborare con enti locali, associazioni, musei e realtà di quartiere. Oggi questi accordi rappresentano uno strumento fondamentale per ampliare l’offerta educativa, contrastare la povertà formativa e ridurre il rischio di abbandono scolastico. Per funzionare, però, richiedono una regia efficace e risorse adeguate, affinché la scuola non diventi solo un contenitore privo di contenuti.
L’obiettivo è offrire a tutti i ragazzi, anche a quelli con meno possibilità economiche, occasioni culturali, sportive e ricreative gratuite, favorendo inclusione e pari opportunità. Coinvolgere i giovani negli spazi scolastici significa anche prevenire fenomeni di disagio, bullismo e devianza, proponendo modelli educativi alternativi a quelli veicolati dai social e dalla strada.
Le scuole, tuttavia, non possono farcela da sole: i patti educativi sono veri e propri accordi formali che mettono insieme istituzioni, associazioni e territorio. Ogni progetto è costruito su misura, in base alle esigenze specifiche del singolo istituto. Per l’amministrazione cittadina la scuola è un elemento chiave della rigenerazione urbana e sociale, un punto di partenza per rafforzare le comunità locali.
Dirigenti e insegnanti che portano avanti queste esperienze hanno spesso superato ostacoli burocratici e organizzativi, assumendosi il rischio di innovare. Il passo successivo sarà una valutazione approfondita, affidata a un istituto di ricerca nazionale, per misurare l’impatto delle scuole aperte sul territorio. L’obiettivo finale è costruire una comunità educante stabile, con la scuola al centro di una rete solida e duratura.