
A Torino un anno per una visita. E oltre 200 giorni per un esame fisiatrico o altri controlli: i dati da brivido. “E’ un primato nazionale”
A Torino un anno per una visita. E oltre 200 giorni per un esame fisiatrico o altri controlli: i dati da brivido
Sanità a Torino: tempi d’attesa record per visite ed esami
Secondo un’indagine condotta da Federconsumatori, l’Asl Città di Torino registra alcuni tra i tempi di attesa più lunghi d’Italia per le visite specialistiche programmate. In particolare, per ottenere un appuntamento con un fisiatra è necessario attendere ben 237 giorni, mentre per una visita gastrointestinale all’ambulatorio di via Pacchiotti si devono aspettare oltre sette mesi, ovvero 212 giorni. Solo la Usl di Parma presenta dati peggiori. Anche i tempi per le consulenze urologiche non sono da meno: presso l’ambulatorio Valletta servono circa 197 giorni.
Un problema diffuso in tutta la sanità torinese
L’analisi dei tempi di attesa è stata fatta dal quotidiano La Stampa e ha messo in evidenza una situazione preoccupante che coinvolge diverse specialità mediche. Ad esempio, per una visita ostetrica-ginecologica negli ambulatori di via Pacchiotti o Valletta servono più di quattro mesi, mentre per una tomografia computerizzata al torace presso l’ospedale Maria Vittoria si devono attendere circa quattro mesi e mezzo. Ancora più lunghi i tempi per una visita urologica: almeno 105 giorni. Per un primo esame otorinolaringoiatrico presso l’ambulatorio di via Gorizia, invece, l’attesa arriva a 190 giorni.
Il problema non si limita alle visite specialistiche. Anche gli esami diagnostici presentano ritardi considerevoli: per un’ecografia alla tiroide presso il Maria Vittoria servono 11 mesi, mentre al presidio di via Juvarra l’attesa si prolunga fino a un anno. Per un’ecografia ai linfonodi del collo presso gli ospedali Martini e Amedeo di Savoia si devono aspettare circa 260 giorni, mentre per un esame dell’addome superiore i tempi sono pressoché identici. Situazione simile per una retinografia all’Oftalmico (11 mesi di attesa) e per un esame dell’esofago al Martini, che richiede un anno.
In campo cardiologico, le attese sono altrettanto lunghe: una visita presso l’ambulatorio di via Montanaro è disponibile dopo 196 giorni, mentre al presidio di via Savona si risparmia appena tre giorni. Ancora più critico il caso dell’ospedale Martini, dove si devono attendere sei mesi.
Le soluzioni proposte dalla Regione Piemonte
A fronte di questa situazione, la Regione Piemonte sta cercando di attuare strategie per ridurre le liste d’attesa. Due le principali soluzioni sul tavolo: l’introduzione di visite ed esami in fascia serale e nei fine settimana (un’ipotesi ancora in fase di studio) e la creazione dell’«Unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria e dei tempi di attesa», operativa dal 24 gennaio.
Secondo Federconsumatori, tuttavia, queste misure potrebbero non essere sufficienti. La responsabile del dipartimento Sanità, Domenica Iannello, sottolinea come la carenza di specialisti e il carico di lavoro eccessivo rappresentino i veri problemi del sistema sanitario. L’idea di estendere l’orario delle visite potrebbe fornire un aiuto temporaneo, ma non è una soluzione strutturale. Inoltre, molti pazienti sono anziani o bambini, per i quali appuntamenti in orari serali sarebbero poco pratici.
I numeri raccolti da Federconsumatori mettono in luce un sistema in difficoltà, con liste d’attesa sempre più lunghe che penalizzano l’accesso alle cure. Per risolvere il problema in modo duraturo, si rendono necessarie riforme strutturali e un maggiore investimento in personale e risorse sanitarie.