La folla che ha partecipato alla manifestazione dei 7 Sì di sabato pomeriggio a Torino continua a scatenare reazioni e dibattito. La sindaca Chiara Appendino ha invitato le sette  donne organizzatrici della manifestazioni ad un incontro ufficiale a Palazzo Civico già venerdì 16 novembre,  ma la sua offerta è stata temporaneamente respinta dalle donne manager.

Come ribadito da ieri da Patrizia Ghiazza, una delle promotrici di Sì Torino va Avanti, ospite nel programma di La 7 Otto e Mezzo, l’esigenza è quella di rivolgersi prima al capo dello Stato Mattarella per ottenere garanzie relative alla commissione del governo che si occuperà dell’analisi costi/benefici del progetto Tav.

Questo primo rifiuto non stato particolarmente apprezzato dalla sindaca Appendino, che in serata ha replicato su twitter.

“Le organizzatrici della manifestazione dei 7 Sì rispondono subito con un no a una proposta di incontro. Un brutto segnale di chiusura. Ma la mia porta rimane comunque aperta”.

In seconda battuta è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Mao che proprio ieri ha avuto un colloquio con la sindaca torinese.

“Con lei abbiamo parlato anche del Tav – ha dichiarato Di Maio, aggiungendo “Nei prossimi giorni con il premier Giuseppe Conte, il ministro Danilo Toninelli e altri rappresentanti del governo del cambiamento vogliamo incontrare i rappresentanti della manifestazione di Torino. Per loro, come per tutti i cittadini, le porte delle istituzioni sono aperte per un dialogo costruttivo”.

Un messaggio analogo dunque a quello di Appendino e che invita le organizzatrici a confrontarsi direttamente con il governo.
Per il presidente della Camera Roberto Fico, da sempre contrario al progetto ferroviario di Alta Velocità Torino-Lione “è giustissimo incontrare i Sì Tav. Quando facevamo le manifestazioni No Tav – ha detto Fico –  “noi volevamo essere convocati da sindaco, governo e ministri. I Sì Tav hanno tutto il diritto di manifestare e hanno fatto una grande manifestazione”.
L’opinione dei Cinquestelle, nelle parole di Fico, resta comunque quella di sempre: “Il mio pensiero – ha aggiunto il presidente della Camera “resta che la Tav è un’opera obsoleta, e non va assolutamente fatta”.