La pietra metaforicamente scagliata ieri dal ministro Fontana, che aveva già dichiarato nelle sue prime uscite ufficiali “le famiglie arcobaleno non esistono”, ha scatenato le reazioni di sindaci e associazioni..
Sull’argomento, il ministro per la famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana ha rincarato la dose in commissione affari sociali di Montecitorio.

«L’attuale assetto del diritto di famiglia – ha dichiarato – “non può non tenere in conto cosa sta accadendo in questi ultimi mesi in materia di riconoscimento della genitorialità. Ai fini dell’iscrizione dei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da parte di coppie dello stesso sesso facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento e che tali dovrebbero rimanere”.

Un discorso rivolto direttamente ai sindaci, quindi, ma anche a quei magistrati che ingiungono le registrazioni

Da qui le repliche. E’ intervenuto prima di tutti il sindaco di Bari  Antonio Decaro,  presidente diAnci, l’associazione dei sindaci che così ha commentato il discorso del Ministro: “I cittadini sono tutti uguali. Fontana come ritiene che dovremmo tutelare i diritti dei bambini che vivono nelle nostre città e per quali motivi lo Stato li sta considerando bambini di serie B?”.
Ma l’interesse maggiore era per la risposta di Chiara Appendino, primo sindaco in Italia ad aver riconosciuto il diritto ad avere figli ad un coppia omogenitoriale e appartenente al Movimento 5 Stelle, che con la Lega forma il Governo.
Questo le parole di Appendino, che si oppongono alle dichiarazioni del ministro leghista Fontana:

“Siamo orgogliosi che Torino sia stata la prima città italiana a consentire alle coppie omogenitoriali di veder riconosciuto il diritto ai loro figli di avere entrambi i genitori. Questa amministrazione continuerà a registrare sugli atti di nascita l’annotazione che attesta il riconoscimento dei bambini da parte di entrambi i genitori dello stesso sesso”.