Il nigeriano che uccise il 51enne di Settimo Maurizio Gugliotta al mercato di libero scambio di via Carcano il 15 ottobre 2017 è stato ritenuto seminfermo di mente, in seguito alla perizia psichiatrica eseguita dal dottor Franco Freilone.
Secondo il profilo stilato dallo psichiatra il 27 enne nigeriano Khalid De Greata aveva nel giorno del delitto “una capacità di intendere e di volere grandemente scemata a causa di un disturbo psicotico, con caratteristiche di specie paranoidi”.

De Greata, dopo l’arresto,  motivò la sua aggressione spiegando che aveva sentito la vittima e un suo amico sparlare di lui. Aveva quindi estratto un coltello e sgozzato il 51enne settimese.

Intanto è prevista una nuova discussione sulla perizia il prossimo 3 maggio, nell’aula del Tribunale di Torino.

Sarà probabilmente presente anche la vedova di Gugliotta, Carmela Caruso, che amaramente ha commentato questa situazione.

La magra consolazione per la donna è che l’assassino non è stato dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere e risulta quindi punibile. La vedova ha inoltre espresso dubbi sulla condizione di semi-pazzia dell’uomo. E si domanda: perché quando è arrivato in Italia nessuno ha accertato che avesse una personalità disturbata e pericolosa e gli è stato concesso di circolare liberamente per il nostro Paese?

Domanda legittima della donna, ma che difficilmente avranno risposta.