Blocco del traffico

Blocco del traffico lo scontro continua: è utile o no? L’intervento del direttore del Cnr

15/01/2020

Blocco del traffico continua la guerra delle dichiarazioni su cosa sia utile o meno per evitare che Torino abbia il triste primato di città più inquinata d’Europa.

Blocco del traffico … inutile

Il Blocco delle auto per smog è una «misura praticamente inutile». A dirlo è il direttore del Cnr che aggiunge: «se non puo’ definirsi ‘inutile’ puo’ considerarsi senz’altro ‘marginale’, in grado di cambiare ben poco una situazione d’emergenza».
Cinzia Perrino, direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico (IIA) del Cnr, non ha dubbi sulla poca utilità delle giornate di grande stop al traffico programmate nella città italiane, in seguito ai giorni consecutivi di smog oltre i livelli di guardia.
Torino, ad esempio, è soffocata da un inverno di alta pressione. Ma Cinzia Perrino non ritiene i blocchi alle auto particolarmente efficaci per risolvere un gravissimo problema, come quello dell’inquinamento alle stelle:

“Sono 20-30 anni che ci rifugiamo in misure come queste e poco viene fatto per soluzioni che incidano in maniera sensata e a lungo termine. E quelle odierne hanno un piccolo effetto” – ha dichiarato, intervistata da Repubblica.
“Il contributo diretto del traffico relativo alle polveri Pm10 è stimabile intorno al 25%. Vietando la circolazione ai diesel incidiamo dunque solo su quel 25% ma nel frattempo tanti altri veicoli continuano a circolare, più o meno la metà di quelli abituali – aggiunge – “A questo punto, il blocco, si potrebbe dire che incide per poco più del 12%. Una percentuale piccola, davvero marginale”.

Interventi «fast food»

Le amministrazioni intervengono in questo modo perché è quello piu’ semplice, piu’ rapido per tentare un’azione immediata contro un’emergenza.

“Anche se, purtroppo, l’efficacia è minima – prosegue Perrino. “E’ molto più complesso invece pensare di programmare azioni a lunga durata. Poi ti trovi in situazioni come quest’anno che sono molto sfavorevoli: per 20 giorni e più si verifica alta pressione, assenza di venti significativi e di precipitazioni e così tutto si complica. E’ come se fossimo nella condizione di un gruppo di fumatori dentro a una stanza con finestre chiuse. Anche se due o tre non fumano per un po’, la concentrazione di fumo aumenta comunque perché non c’è ricambio”.

Fonti di riscaldamento

Oltre alle auto incidono sull’inquinamento degli ultimi anni l’aumento significativo dell’utilizzo di termostufe, termocamini, caminetto. Così, sul tema, il direttore dell’IIA:
“Negli ultimi anni c’è stato un aumento importante dell’uso di legna e pellet per il riscaldamento, di termostufe, termocamini e caminetti, tutte strutture che emettono molte polveri, anche se sono impianti piccoli e domestici. Ce ne sono tantissimi e danno un contributo negativo alla qualità dell’aria importante. Andrebbero controllate, gestite: esistono ordinanze sulla regolazione dei gradi, ma per ora funzionano poco”.

Come uscirne?

E allora, come risolvere o almeno contrastare l’emergenza?
“Sulla concentrazione delle polveri non riusciremo a fare miracoli – conclude Perrino. “Ecco perché bisognerebbe agire su chilometri percorsi. Un’auto è responsabile per ciò che esce dalla marmitta ma anche per il risollevamento delle polveri depositate sulle strade, indipendente dalla categoria del veicolo, che sia Euro 0 o Euro 6, diesel o benzina. Motivo per cui bisognerebbe pensare a limitare i chilometri da percorrere. Poi va implementato il trasporto pubblico, ed è necessario puntare su tecnologie più sostenibili e trovare il modo per evitare che tutte le persone usino l’auto sempre, anche per i minimi spostamenti”.

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