
Caso Cannavacciuolo, archiviate le denunce dei Nas – “Ne ero sicuro, non prendiamo in giro i clienti”

Sono state archiviate dal giudice le denunce dei Nas che lo scorso dicembre avevano accertato alcune irregolarità all’interno del noto bistrot di Cannavacciuolo in zona Gran Madre, a Torino.
I carabinieri, in particolare, avano trovato nel corso del blitz pesce, pasta e ortaggi sottoposti al processo di abbattimento conforme alle prescrizioni normative, ma che non era esplicitamente segnalato nel menu. I singoli piatti erano infatti senza asterisco e si poteva leggere solo una scritta in fondo alla pagina. “Solo questioni di asterisco” aveva tenuto a precisare il celebre chef Antonino Cannavacciuolo.
Due gli indagati per frode in commercio: la moglie di Cannavacciuolo Cinzia Primatesta, amministratore delegato della Ca.Pri. Srl, la società che gestisce la catena dei ristoranti del celebre chef, che è stata giudicata non direttamente responsabile del bistrot torinese. La responsabilità infatti è del secondo indagato, il direttore del bistrot Giuseppe Savoia, anch’egli giudicato non punibile per la «particolare tenuità dei fatti di frode in commercio».
Una seconda irregolarità accertata dai carabinieri durante i controlli era la mancata tracciabilità di alcuni prodotti presenti in cucina, che aveva portato ad una multa di 1500 euro ai gestori.
Ma i controlli erano stati eseguiti alle 10 di mattina, quando ancora lo staff non aveva completato le schede di registro in tempo utile. Ciò, secondo il giudice, a conferma della particolare tenuità dei fatti di frode in commercio.
Si chiude dunque il caso Cannavacciuolo con una doppia archiviazione: “Ero certo che tutto si sarebbe risolto – ha commentato Antonino Cannavacciuolo – “Non investiamo certo fatica e denaro per prendere i prodotti migliori e poi prendere in giro i clienti”.