
Conclave, giallo in vaticano. Parolin non vuole il cardinale Becciu: condannato, può partecipare alla votazione?

Un nuovo caso sta scuotendo le stanze del Vaticano e rischia di gettare un’ombra sul prossimo Conclave, ovvero l’assemblea cardinalizia che eleggerà il futuro Papa. Protagonista della vicenda è il cardinale Angelo Becciu, che – pur essendo formalmente ancora un cardinale – è stato escluso dalla lista dei votanti. Tuttavia, non esiste alcun provvedimento ufficiale che sancisca questa esclusione o che gli abbia revocato i diritti cardinalizi, e Becciu rivendica il proprio diritto a partecipare alla scelta del Pontefice.
Secondo alcuni esperti, come la giurista Geraldina Boni, l’eventuale esclusione del cardinale potrebbe addirittura mettere in discussione la legittimità del Conclave stesso, aprendo la strada a divisioni all’interno della Chiesa. La Boni, docente di diritto canonico all’Università di Bologna, sostiene che nessuna condanna temporanea, né la perdita di incarichi, può automaticamente impedire a un cardinale di votare nel Conclave, proprio per scongiurare il rischio di scismi e tensioni ecclesiastiche in un momento così critico.
“Secondo il tribunale del Vaticano Becciu ha gestito in modo illecito i soldi, pur non intascandone – spiega il sito open.online.it – ” Tra dicembre 2018 e aprile 2019 ha versato 575 mila euro alla società slovena Logsic. Che è stata «costituita ad hoc il giorno precedente al primo versamento, nella esclusiva disponibilità di Marogna». Il versamento doveva servire a liberare una suora colombiana sequestrata in Mali. Ma secondo i giudici quella società non ha contribuito alla liberazione. Ed era una scatola vuota. Tanto che quei soldi sono stati spesi da Marogna in viaggi, abbigliamento e accessori di lusso. Ovvero 53 mila euro in acquisti da Grada, Gucci, Hérmes e Ysl. Agli atti del processo c’è anche una telefonata tra Becciu e Papa Francesco. A ordinare di registrarla all’insaputa del pontefice è stato proprio Becciu. Che si è sempre detto innocente in attesa del processo di Appello. Nel frattempo sono state pubblicate delle chat tra Francesca Chaouqui e Genoveffa Ciferri, nelle quali la prima anticipa dettagli dell’inchiesta e degli interrogatori. Il cardinale sostiene che c’è stata una “macchinazione” ai suoi danni. Intanto Geraldina Boni, professoressa ordinaria di diritto ecclesiastico e canonico all’università di Bologna e autrice di un libro sul processo, spiega oggi al Fatto Quotidiano che la partecipazione al Conclave di Becciu non può essere preclusa per nessun motivo. «La ragione consiste, allora come oggi, nella volontà di evitare che si presentino occasioni di scisma e discordie in un momento così delicato nella vita della Chiesa. La pena temporale inflitta a Becciu in primo grado non può essere invocata per impedirgli di entrare in Conclave», spiega a Valeria Pacelli. Secondo Boni l’atto di rinuncia al Conclave da parte di Becciu «non è mai stato steso per iscritto, così come l’accettazione del Papa non è mai stata notificata con un documento». E quindi impedire la partecipazione del cardinale all’elezione potrebbe influirne la validità”.