
Confezione uguale ma sempre meno prodotto, truffa al supermercato? – E’ il fenomeno della ‘shrinkflation’: l’Antitrust indaga
Confezione uguale ma sempre meno prodotto – E’ il fenomeno della shrinkflation: l’Antitrust indaga
Sempre più diffuso il fenomeno della “shrinkflation”, una parola che nasce dall’unione di due termini inglesi: “shrinkage” (“contrazione”) e “inflation” (“rincaro”). E’ quindi un processo per il quale vengono ridotte le dimensioni dei prodotti di largo consumo mantenendo i prezzi invariati. Ovviamente questo accade sotto lo sguardo inconsapevole del consumatore
Su questo processo è stata aperta un’istruttoria dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che sta verificando se il fenomeno possa considerarsi una “pratica commerciale scorretta”.
A questo proposito il direttore generale Giovanni Calabrò ha evidenziato che quello che non sarà valutata la riduzione della quantità di prodotto, poiché si tratterebbe di una decisione aziendale legittima. Ma, sottolinea Calabrò, “la trasparenza di tale modifica nei confronti del consumatore. In questo senso, condotte quali la diminuzione della quantità di prodotto a parità di dimensioni della confezione, in assenza di un’adeguata avvertenza sull’etichetta frontale, potrebbero essere ritenuti meritevoli di approfondimento”.
Sono ormai migliaia i casi in Italia
“Secondo uno studio dell’Ons, equivalente britannico dell’Istat,- spiega Milano Finanza – “negli ultimi sei anni sono stati 2.500 le confezioni di prodotto ridimensionate in peso o quantità, principalmente concernenti prodotti alimentari o per l’igiene della casa. In Italia i casi, secondo l’Istat, sono stati addirittura più di 7000 tra il 2012 e il 2017, ultimo periodo preso in considerazione. Ma gli esperti prevedono che il fenomeno cresca con il proseguire del conflitto in Ucraina e i conseguenti rincari delle materie prime alimentari. Nell’esposto che ha fatto partire l’indagine dell’Antitrust l’Unione Nazionale Consumatori segnalava alcuni aumenti visti in Italia negli ultimi mesi: le mozzarelle da 100 grammi invece che 125, il caffé da 225 grammi anziché 250 e le confezioni di the con 20 bustine e non 25. Ma anche, in corrispondenza del periodo pasquale, le colombe da 750 grammi vendute in packaging simili a quelle da un chilo”.